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Cenone di Natale: alto rischio alimenti contraffatti, occhio alle truffe

Attenzione a quello che mettete in tavola a Natale: le truffe sono dietro l'angolo.

Bisogna fare molta attenzione, nei prossimi giorni di festa e di “grandi abbuffate” che verranno, a quello che si porta in tavola. Perché la truffa è sempre dietro l’angolo ed il rischio di consumare alimenti contraffatti è reale. Ecco le ultime notizie e i dati di Coldiretti. Da quello che si apprende, le truffe sono in agguato, ai danni soprattutto del patrimonio enogastronomico italiano: come sappiamo il nostro Paese vanta di ben 243 prodotti Dop, Igp e Stg. Il rischio, come dicevamo prima, è reale: pensate che si potrebbe perfino brindare con qualcosa che ci hanno venduto per “Prosecco”, e quindi ci hanno fatto pagare profumatamente, e invece si tratta del “prosecco fatto in casa con i kit in vendita su Amazon”, giusto per dirne una. Come fare a capire se si tratta di una truffa? Controllate sempre il contrassegno di Stato per la denominazione d’origine, presente sulle bottiglie. È facile smascherarle.La Coldiretti inoltre fa sapere che per la cena della vigilia del Natale, bisogna fare attenzione al pangasio del Mekong venduto come cernia e al polpo del Vietnam spacciato per nostrano. Ma anche alle mozzarelle ottenute da latte in polvere, paste fuse e cagliate provenienti dall’estero. Probabilmente, senza sapere tutte queste cose, non ci avreste mai fatto caso, invece è molto importante essere informati, prima di comprare. Tra i prodotti sotto controllo è finito anche l’olio extravergine d’oliva: tra le truffe più gravi c’è la deodorazione, ossia il trattamento con correnti di vapore a 70-80 gradi, perché gli oli ottenuti da pessime olive non presentino odori muffiti. Fate attenzione ance al pane di Matera Igp che resta morbido dentro e con la crosta e croccante anche per 9 giorni: le imitazioni, a base di grano tenero, eccellono solo in gommosità.

Se poi state pensando per gli antipasti o per gli aperitivi, di portare in tavola le olive, anche qui la truffa e dietro l’angolo: c’è chi le denomina Doc con l’acronimo che sta a significare “Drupa Originale di Cerignola”. Il pericolo è l’uso di coloranti e la tossicità, con sterilizzazioni al di sotto dei 180 gradi a rischio botulino.

Le regole dunque sono poche e semplici: attenzione a provenienza, etichetta e scadenza dei prodotti.



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