Michele Bravi giudice di Amici 22: le sue parole prima del debutto
Prima del debutto da giudice al Serale di Amici 22, Michele Bravi si rivolge agli allievi della scuola di Maria de Filippi: il messaggio sui social
Sono anni che Michele Bravi fa in qualche modo parte della scuola di Amici ed è entrato nel cuore di Maria de Filippi. E quest’anno c’è una bellissima novità per il cantante che deve il suo successo aX-Factor, un posto in prima fila nel serale. Michele Bravi infatti sarà uno dei giudici del serale di Amici 22: “Cari ragazzi di Amici, io sarò una delle tre persone sedute sulla poltrona rossa a guardarvi nel vostro primo grande spettacolo” ha scritto il cantante del Diario degli errori sui social a poche ore dall’annuncio ufficiale. Michele Bravi sarà uno dei tre giudici insieme a Cristiano Malgioglio e a Giuseppe Giofrè, il ballerino nato proprio nella scuola di Maria de Filippi. “È finalmente arrivato il momento in cui dovete restituire la sicurezza che vi hanno regalato tutte le persone che hanno speso anche solo un secondo delle loro giornate per capire cosa avevate da raccontare. Il pubblico sarà, per voi che state diventando professionisti, una delle più grandi storie d’amore della vostra vita” ha scritto Michele rivolgendosi ai ragazzi di Amici 22.
Le parole di Michele Bravi giudice di Amici 22
E ancora: “Se durante le puntate pomeridiane anche gli spettatori erano illuminati dai riflettori, col serale la luce sarà solo per voi. Non dimenticate mai di illuminare chi vi ascolta e guarda, non abbiate mai paura di dare spudoratamente agli altri tutto quello che è ammassato dentro di voi. E anche quando vi sembrerà di non avere nulla, non abbiate paura di darlo tutto quel nulla. Tutti hanno qualcosa da dire, noi abbiamo la fortuna sacra di avere anche qualcuno che ci ascolti. Non possiamo che esserne grati.“
Dal 18 marzo quindi lo vedremo in questo ruolo inedito. Michele Bravi commenta: “Sono stato chiamato a giudicare e proverò a farlo con una premessa. Non ho mai pensato che esistessero brutte canzoni e belle canzoni, brutte esibizioni e belle esibizioni. Penso che esistano canzoni che posso capire e canzoni che non posso capire, esibizioni che riesco a decifrare e altre che parlano una lingua che non conosco. Spero di potervi comprendere e decifrare sempre. Se non dovesse accadere, non pensate mai che il mio possa essere un giudizio negativo, sarà soltanto la richiesta di uno spettatore che cerca di dirvi ingenuamente: “Spiegalo anche a me, fai entrare anche me”.“
E poi ha concluso: “Conosco la vostra euforia perché come voi sono nato con questa assurda presunzione di avere delle cose da dire, di raccontare una storia nella speranza che la mia esperienza individuale potesse diventare uno sfogo universale, aperto a tutti. Ed è una presunzione meravigliosa. Le parole di Pasolini sulla scrittura mi hanno sempre ispirato, ve le regalo nella speranza che vi indichino la strada. Lui diceva che perchè un libro possa essere d’aiuto a chi legge deve essere stato prima di tutto d’aiuto a chi l’ha scritto. E credo che questo valga per ogni forma d’arte. Buono spettacolo.“