Grande Fratello VIP 7: Marco Bellavia manda una lettera ai vipponi, ecco cosa c’era scritto
Marco Bellavia torna al Grande Fratello VIP 7 con una lettera indirizzata ai suoi ex coinquilini
La tanto promessa presenza di Marco Bellavia non c’è stata. Ma l’ex concorrente del Grande Fratello VIP 7 si è fatto sentire – nella puntata di giovedì 6 ottobre 2022 – con una lettera scritta di sui pugno e trasmessa ai vipponi attraverso un video messaggio.
Nel suddetto messaggio, lo storico conduttore di Bim Bum Bam si è rivolto proprio ai concorrenti del programma e indirettamente anche al pubblico da casa per provare a raccontare quali sono i suoi sentimenti ora che è fuori dal reality show di Canale Cinque e quindi in un contesto che ora gli permettere di vivere lontano dalle angherie subite. Ecco, qui di seguito, il contenuto della lettera di Marco Bellavia a Grande Fratello VIP 7.
La Lettera di Marco Bellavia a Grande Fratello VIP 7
Questo, in breve, il contenuto della lettera “spedita” da Marco Bellavia ai concorrenti di Grande Fratello VIP 7 nella puntata di questa sera, 6 ottobre 2022:
“Cari Alfonso, Orietta, Sonia, Giulia e cara Pamela. Cari coinquilini anzi ex coinquilini, ho guardato da casa la scorsa puntata. L’ho guardata da casa mia e mi faceva impressione guardarvi dall’esterno senza essere più con voi. Voi lì tutti agghindati, pronti per la serata di gala. E io rannicchiato nel mio letto a leccarmi le ferite di giorni dolorosi che ancora oggi faccio fatica a dimenticare. […] Forse eravate già pronti a cambiare pagina, lo capisco, a dimenticare subito perché in televisione succede spesso così. Tutto si consuma in fretta, si cambia registro come niente. […] Ma i vostri volti sono cambiati […] Per la prima volta sono stati usati termini come branco, bullismo e per la prima volta si è parlato di indifferenza al dolore. Di incapacità di rispondere ad una richiesta di aiuto. Il mio dolore. La mia richiesta di aiuto“.
Il messaggio continua: “Ma attraverso il vostro disagio, sono arrivato a fare qualcosa di grande: mettere a disposizione di chi ci guardava la mia esperienza di vita, le mie debolezze, i miei stessi demoni. Volevo lanciare il messaggio che solo insieme si può soffrire di meno, solo condividendo un dolore lo rendiamo meno pesante e insopportabile”.
Poi la chiosa finale: “Davanti alle immagini siete rimasti imbarazzati, altri indifferenti e altri pietrificati dal dolore. Vi siete accorti tutto d’un tratto di cosa ho provato, di cosa è successo e di quello che alcuni di voi avevano fatto. Un pugno nello stomaco […] Non c’è bisogno di fuggire dalla casa o di restare facendo finta come se nulla fosse successo come qualcuno di voi continua a fare. C’è bisogno di dialogare… e se guardandoci negli occhi qualcuno li abbasserà, beh, non sarà colpa mia“.