Marina La Rosa, l’ex gieffina difende Clemente Russo senza finto buonismo
A difendere Clemente Russo anche Marina La Rosa, l'ex gieffina della prima edizione del Grande Fratello
Tra i tanti opinionisti del Grande Fratello Vip riguardo i racconti di Stefano Bettarini, le paroline di Clemente Russo e la sua espulsione c’è Marina La Rosa che esprime il suo parere senza peli sulla lingua. Marina è l’ex gieffina che ha partecipato alla prima storica edizione del Grande Fratello fatto da gente comune. Lei ha guardato da fuori tutto ma in quella casa c’è stata e quei meccanismi li ha rivisti anno dopo anno. In una lettera inviata a Dagospia Marina la Rosa ha voluto dire la sua e la sua schiettezza accomuna i pensieri di tante persone sincere. L’ex geiffina difende il pugile, difende Clemente Russo e non è l’unica.
“Trovo più che esagerata l’accusa di istigazione al femminicidio. Quando è stato formulato il maldestro atto d’accusa dallo studio televisivo nei suoi confronti, lui – dopo aver pensato fosse uno scherzo – ha abbozzato una frase del tipo “il reality è reality”. Nulla di più vero. Il campione è stato addirittura chiamato a scusarsi pubblicamente per ossequiare il finto buonismo, che deve pur sempre regnare nel tubo catodico”.
Le scuse di Clemente Russo – clicca qui
Marina La Rosa ha aggiunto: “Più che assassino è solo la vittima sacrificale della puntata, da esporre sull’altare della sacra audience”. Ed ha anche un po’ di parole per Ilary Blasi: “Chiudo con la (chiamiamola) conduzione, nonostante Ilary non governi magistralmente la lingua italiana, io la guarderei per ore ed ore ed ore… aò è bella da morì, ammappete!”. E su Bettarini? Un discorsetto anche sull’ex calciatore ex di Simona Ventura: “Bettarini non sarà stato di certo un gentleman, ma non ha fatto niente di diverso da ciò che fanno la maggior parte degli uomini, piuttosto trovo alquanto bizzarro che due delle donne all’interno della casa facciano parte della stessa lista (Ma, in tutta sincerità, fosse stato Brad Pitt, anch’io ne avrei voluto far parte. Insomma, de gustibus...”,