Virginio a Verissimo ricorda gli anni di buio per la cattiveria degli altri
Virginio ha subito bullismo, ha toccato il fondo, era giovanissimo, lo hanno aiutato i genitori e la musica
A Verissimo Virginio racconta il bullismo subito, il periodo buio, quando è arrivato a credere che lui era davvero sbagliato perché è quello che gli dicevano. Deve tutto ai suoi genitori, sono stati loro a capire il suo disagio e ad aiutarlo nel modo giusto.
Virginio ha avuto bisogno di tanta forza, ricorda gli episodi terribili, è Silvia Toffanin a raccontare che una volta lo misero con la testa nel water. Proviamo solo ad immaginare un attimo. E ci vuole forza ancora oggi da parte del cantante per tirare tutto fuori. E’ la musica che l’ha salvato, la musica e la famiglia, persone e passione che non avevano bisogno di chiedere cosa avesse ma che l’hanno aiutato a capire.
Virginio a Verissimo ricorda i momenti peggiori ma il grande amore della famiglia
“Quando poi accadevano questi episodi, che accadevano ripetutamente, poi a un certo punto quando qualcuno ti ripete che sei sbagliato tu ci credi e io ho avuto una grande fortuna di avere dei genitori apertissimi che hanno compreso che io avevo un disagio. Ma senza neanche chiedermi cosa fosse però poi mi hanno accompagnato in un percorso di terapia che a un certo punto mi ha aiutato a capire… Perché sono ero arrivato ad un momento della mia vita in cui credevo che l’unica soluzione sarebbe stata quella di farla finita perché mi dicevo ma probabilmente l’unica soluzione è questa perché se io non sono accettato da nessuno, se io stesso non mi accetto quale può essere la soluzione…” .
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Aveva solo 13 anni Virginio e quei pensieri lo portavano già a toccare il fondo. “Quando arrivi a fare questi pensieri a 13 anni tu capisci che probabilmente stai un po’ toccando il fondo. Ho avuto ti ripeto la fortuna di avere dei genitori che hanno capito questo e mi hanno aiutato a superare questo momento. Poi la musica è stata fondamentale perché la musica per me è stata la vera salvezza… vivere, cantare e io in quel momento non mi sentivo sbagliato. Nel momento in cui ero sul palco non mi sentivo fuori posto, nel momento in cui cantavo le mie canzoni, nel momento in cui vedevo che le persone in realtà mi capivano e allora ho iniziato anche lì a dire ok allora forse non sono sbagliato. Forse tutti siamo sbagliati a modo nostro, tutti siamo perfetti a modo nostro e per fortuna non siamo tutti identici altrimenti sai che noia”.