Nina Sophie Rima a Verissimo parla per la prima volta della violenza subita, di tutto l’orrore
Nina Sophie Rima racconta per la prima volta in tv della violenza subita. Sentiva di meritare tutto quell'orrore, sentiva di non essere amata nemmeno dai genitori
“Tutto quello che non ti aspetti. Come sono tornata dall’inferno” è il libro in cui Nina Sophie Rima racconta di se stessa. Influencer, modella, attrice, Nina Sophie Rima ha alle spalle una storia difficile nonostante la sua giovanissima età.
A 17 anni con un incidente in motorino ha perso la sua gamba sinistra, da lì tutto è cambiato, la forza e la rinascita dal dramma ma la realtà è che il vero dramma lo stava già vivendo. Nina si sentiva una figlia non amata e a 14 anni era già in un tunnel sbagliato, la sua vita sregolata e poi la violenza, lo stupro che racconta nel libro come tutto il resto ma per la prima volta lo racconta in tv, a Verissimo.
Nina Sophie Rima a Verissimo
“Mi sono sentita sbagliata per troppi anni e io sono riuscita a raccontare quello che era successo solo un anno dopo l’accaduto perché ero fortemente convinta di essermelo meritato e che fosse totalmente colpa mia e fare pace con questa con questo pensiero è davvero difficile e so che purtroppo là fuori possono esserci altre ragazze che come me l’hanno vissuto e vorrei che nessuna di loro si sentisse mai. 5 minuti che durano tutta la vita e bisogna farsi aiutare, ecco è fondamentale riuscire a parlarne per quanto possa fare schifo quello che uscirà ma serve a noi e serve a chi purtroppo ha vissuto la stessa cosa”.
Oggi è felice, è mamma ed è moglie amata e solo adesso riesce a raccontare tutto. La prima volta ha parlato della violenza subita un anno dopo, ad una amica, impossibile farlo con la mamma. “C’erano di mezzo le sostanze, io ero piccola ero minorenne, ero veramente spaventata ed è un circolo vizioso dal quale non sono riuscita ad uscire per tantissimo tempo, fino a quando non mi si è accesa la lampadina che mi ha detto devi uscirne fuori perché se continui così succederanno sempre cose peggiori e la cosa brutta è che in quel momento io volevo mi capitassero perché la mia vita credevo non avesse un senso, non avesse un’importanza; non trovavo un posto nel mondo”.
Adesso dopo sette anni sente che deve trovare la forza di denunciare quella violenza, lo farà ma deve trovare il coraggio.
“Prima però inizierò un nuovo percorso di terapia perché quello è fondamentale, io sono stata seguita e sono riuscita a capire che non era colpa mia soltanto quando poi ho deciso di andare in riabilitazione. Dal tunnel delle sostanze sono uscita grazie all’incidente primariamente era un periodo un po’ di stallo avevo provato a vivere con mio padre ma non era andata bene perché fondamentalmente non ci conoscevamo perché lui aveva la sua vita perché io avevo 17 anni ed ero ormai un’adolescente in piena ribellione e sicuramente non ero facile da gestire. Sono andato poi a vivere da mia zia che mi ha dato delle regole, mi ha mi ha seguita in tutto e per tutto solo che lì ho incontrato il mio destino perché, ho fatto questo brutto incidente in motorino ma già sapevo che sarebbe successo qualcosa di brutto”.