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Paolo Bonolis: la proposta di vietare lo smartphone ai minori di 16 anni

Antonella Clerici è con Paolo Bonolis, entrambi vorrebbero una legge che vietasse lo smartphone ai minori di 16 anni

Bonolis clerici

Seduta sull’altalena Antonella Clerici intervista Paolo Bonolis che racconta del suo nuovo libro in cui pone l’attenzione anche sul vietare lo smartphone ai minori di 16 anni. “Nessuna arroganza nel diventare morale per gli altri” chiarisce Bonolis e per un attimo si passa alla dedica scritta sul libro: “A chi viene, a chi resta e chi va” augurandosi che di persone nella sua vita ne restino il più possibile. “Lavorativamente parlando sono molte quelle che sono restare ma altrettanto tante che hanno preferito andare o che hanno smesso di lavorare o anche morti o hanno scelto altro…” ma ad Antonella Clerici e al pubblico di E’ sempre mezzogiorno interessa quella proposta… I telespettatori del programma sono soprattutto genitori, mamme.

Antonella Clerici d’accordo con Paolo Bonolis nel vietare il cellulare ai ragazzi

“Questa distanza generazionale viene sempre più accentuata tra ragazzi e genitori?” è la domanda di Antonella. “No è semplicemente il futuro che sta prendendo piede ma l’importante è che ciò che attende i figlioli sia qualcosa di cui faranno uso ma non abuso… abuso di cellulari e pc per non perdere le competenze umane su cui abbiamo impiegato milioni di anni per riuscire a rendere sempre migliore la memoria ma anche i rapporti il relazionarsi congi a tri e poi perché tutti quello che vedi nel mondo tridimensionale è molto più divertente… ci sono cose che altrimenti perdiamo”

Un po’ di difficoltà per l’intervista sull’altalena ma è anche nel libro Notte fonda che Paolo Bonolissostiene la proposta di vietare lo smartphone ai ragazzi minori di 16 anni. “Potrebbe diventare una legge vera” ipotizza Antonella Clerici.

“Me lo auguro ma credo che sarà difficile perché non solo la tecnologia viene incontro alle nostre esigenze ma è anche un mercato e dubito che il mercato si priverà di una così enorme fetta di acquirenti però non sarebbe male in modo che i ragazzi possano prima crescere e poi intrufolarsi nel loro futuro digitale ma con le spalle robuste di un mondo fatto di cose concrete e non solo di immagini… perché vedo che alcune cose rischiano di essere perdute, come il linguaggio, la capacità di raccontare le cose e anche il ricordarsi le cose. Ormai è tutto delegato a questa macchina e non vorrei che tra due o tre generazioni ci fossero delle persone in difficoltà”.

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