Fabio Volo ricorda il padre: “Era un uomo di poche parole”
A Verissimo Fabio Volo racconta del padre, del loro rapporto
L’intervista di Fabio volo a Verissimo è piena di emozioni, parla del padre, lo ricorda quando era bambino e da adulto. Silvia Toffanin si commuove, non tutti riescono a tirare fuori tutto come ha fatto Fabio Volo. “Diventare genitore ti consegna la grammatica per leggere il genitore” ed è così che è riuscito a capire fino in fondo suo padre. “Dico sempre ho due figli e ho sempre desiderato di essere padre più che un genitore”. Avrebbe voluto con il suo papà un legame diverso: “Papà era un uomo di poche parole, un uomo che per dirti che ti voleva bene doveva fare, non riusciva con le parole, doveva montarti una mensola in casa, lavarti la macchina, forse per questo io ho voluto indagare per capire quei silenzi”.
FABIO VOLO – I MOMENTI DI DOLCEZZA CON IL PADRE
“Quando ero bambino e ci portava la domenica al mattino in montagna, si partiva alle 5. Anche alla fine quando era malato ed era un po’ bambino e restava a letto e sono diventato il padre di mio padre“. Ricorda anche l’ultimo periodo, quello più commovente, quello in cui sono riusciti ad avvicinarsi di più. “Il tempo che vorrei” è il libro che racconta molto di suo padre, un romanzo in cui suo padre leggendolo si è riconosciuto, ha poi chiamato Fabio e gli ha chiesto scusa.
“La mancanza è sempre sofferenza ma quando ti sei chiarito capisci che è la natura… Mio padre è sempre stato il mio mal di pancia…”. Sentiva che c’erano delle mancanze: “C’è sempre qualcosa da fare, c’è l’incapacità di esprimere il bene a parole. Ti educavano a fare attenzione ai pericoli e intanto ti passano le cose belle e non te ne accorgi. Bisogna ritrovare l’equilibrio. Mio padre mi ha insegnato tante cose con la sua presenza ma anche con la sua assenza”.
Ha provato rabbia Fabio Volo, ha provato anche odio ma attraverso la scrittura e l’esperienza di vita è guarito. Ha due figli maschi, di 7 e 5 anni, con loro è molto affettuoso, ammette che forse lo è troppo ma è quello che avrebbe voluto lui. “Facciamo la lotta, le cose da maschi, ma anche la cucina che oggi fortunatamente fanno anche i papà. Il primo più timido, il secondo senza paure e sono un mix di tutti e due, mi sembrano bambini sani”.