Dacia Maraini si rivolge alle donne: “La violenza è una rapina e c’è una strategia”
Dacia Maraini a Oggi è un altro giorno spiega quella strategia degli abusatori che dovrebbe far riflettere chi non ha mai denunciato la violenza subita
Il 25 novembre Dacia Maraini non poteva non essere presente accanto alle donne nella lotta alla violenza sotto qualunque forma. “La violenza è una rapina” commenta la scrittrice in collegamento con Oggi è un altro giorno, lascia per un attimo tutti ad attendere che continui e spiega che spesso una bambina, una donna, si fida di quella persona, soprattutto se è di famiglia: “Pensa che sia una persona dalla sua parte e non pensa che possa diventare un rapinatore… perché la violenza è una rapina sessuale”. Dacia Maraini è amica delle donne, forse sono parole troppo semplici per definirla o forse no. Serena Bortone chiede anche a lei come alle altre sue ospiti in studio se è stata vittima di una violenza. La violenza non è solo lo stupro, il ferimento, l’omicidio. La Maraini annuisce, sembra quasi scontato, sembra sempre più raro ascoltare una donna che dica il contrario, di non avere mai subito alcun tipo di violenza. E’ importante quindi fare aprire gli occhi alle mamme per le bambine, alle donne per loro stesse.
DACIA MARAINI SPIEGA LA STRATEGIA DEGLI ABUSATORI
“Certo tante volte mi è capitato, soprattutto quando era una bambina, uno ovviamente si fida dagli adulti ma io fortunatamente scappavo, ero brava a scappare” confida ricordando: “Era appena finita la guerra ed eravamo in un hotel a Tokyo ospiti degli alleati. Ero piccola e uno di questi soldati giovani mi disse che doveva aveva qualcosa per me, doveva darmi un regalo”. Si fidava e lo seguì ma appena entrati in camera vide quelle mani addosso e scappò via per le scale. Era una bimba e ha denunciato tutto, ha detto tutto a sua madre ma capisce il trauma di chi non lo fa, di chi non racconta cosa ha subito da un adulto.
C’è una strategia, aggiunge Dacia Maraini che ha appena ascoltato il racconto di Dalila Di Lazzaro: “Spesso l’intelligenza di questi abusatori è quella di fare sentire l’abusata colpevole perché in qualche modo creano una specie di solidarietà basata sul silenzio e la bambina, la donna non parla più e queste cose possono andare avanti degli anni”.