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Morgan preoccupa dicendo: “Se supererò quest’anno avrò perdonato mio padre” (Foto)

A Oggi è un altro giorno Morgan racconta di suo padre, del suicidio, del perdono (foto)

Una lunghissima intervista quella di Morgan a Oggi è un altro giorno (foto). Generoso come sempre ha condiviso musica e vita e sul finale ci ha lasciato con quella che potrebbe sembrare una velata richiesta di aiuto. Stasera vedremo Morgan nella giuria di AmaSanremo ma nell’intervista di Serena Bortone c’è anche molto altro da dire. E’ come se la vita di Morgan tornasse sempre al punto di inizio, genio nel suo essere un artista fuori dagli schemi e con la sua cultura, poi pieno di cose che un po’ alla volta tira fuori. C’è chi crede sia finto chi invece esalta la sua sincerità. Riesce sempre a lasciare qualche domanda in sospeso forse proprio perché racconta tanto. Non si è sottratto alla domanda sul suicidio di suo padre e questa volta ha raccontato che a trovarlo è stata la polizia: “Perché era disperso, è stato ritrovato in un bosco. Avevo 16 anni e sono andato lì in questo luogo dove c’era questo cadavere e ho trovato la differenza tra un corpo senz’anima e l’anima. L’anima è la percezione della vita”. La Bortone coglie subito l’errore di chi non l’ha protetto da quella visione ma Morgan confida che è stato lui a volere andare perché non sapeva ancora “che un morto non era vivo”.

MORGAN HA PERDONATO SUO PADRE?

“Non lo so, lui aveva 48 anni, l’età che io ho adesso, ne ho 47, e se supererò quest’anno potrò dire di averlo perdonato” è qui che chi lo ascolta vorrebbe avere più tempo per cercare di capire fino in fondo le sue parole. Morgan spiega che superato quest’anno potrà dire che adesso è lui a comandare e non il padre. E’ un gesto terribile che ha commesso e pensa che suo padre si poteva salvare. Si sarebbe salvato se avesse condiviso con altre persone il suo malessere.

Ricorda che il papà negli ultimi tempi era diventato intrattabile, antipatico e pesante. “Non dico menomale che è andato via ma dico che non era facile e credo che lui si sia tolto la vita credendo di risolverci un problema ma era malato, stava male, aveva perso lucidità, vedeva nero”.

E’ sicuro che si sarebbe salvato e lo spiega raccontando di una scatola di cioccolatini condivisa. Se quei cioccolatini rappresentano la tristezza è semplice toglierne un po’, basta dare un cioccolatino ad altri e sentirsi più leggeri, meglio: bastava parlare. 

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