Anche Francesca Barra parla del monologo di Diletta Leotta: avrebbe dovuto parlare delle offese che le arrivano via social
Francesca Barra da La Repubblica delle donne parla di Diletta Leotta a Sanremo 2020
Un’ondata di polemiche dopo il Festival di Sanremo e ancora oggi se ne parla. Nella puntata de La Repubblica delle donne in onda il 12 febbraio 2020 infatti, c’è stato un ampio spazio dedicato a tutto quello che è successo durante Sanremo 2020. Tra gli altri temi trattati anche quello relativo alla pioggia di critiche arrivate nei confronti di Diletta Leotta per il suo monologo sulla bellezza.
Questo monologo sarà anche stato bocciato ma se ne parla ancora a distanza di dieci giorni ( su tutte le reti tra l’altro, questa mattina infatti anche a Storie Italiane si è tornati sull’argomento).
A dire la sua sulla scelta di Diletta Leotta anche Francesca Barra che ha però spostato il focus del discorso, cercando di far capire cosa Diletta avrebbe dovuto fare. Non solo, la giornalista fa notare che quando si sceglie di andare in tv, e si sceglie Sanremo, un palco così ambito, c’è da aspettarsi che le critiche possano arrivare.
FRANCESCA BARRA SU DILETTA LEOTTA DA LA REPUBBLICA DELLE DONNE
“Se il suo monologo non è piaciuto quasi a nessuno, su un punto siamo quasi tutti d’accordo: l’intelligenza non capita“, afferma la giornalista riferendosi alla frase di Diletta Leotta “la bellezza capita” che ha sollevato fin da subito molte polemiche. Le polemiche sono arrivate via social e non solo, tante infatti anche le interviste televisive sulla questione, in riferimento al fatto che, a detta di molti, la bellezza della Leotta non le sarebbe capitata ma sarebbe frutto di interventi di chirurgia estetica. La Leotta però lo ricordiamo, ha sempre detto di non aver subito nessun trattamento di chirurgia.
Proprio su questo punto Francesca Barra sottolinea: “Il focus non è se lei si sia rifatta o no. Sono fatti suoi. Se lei ha il coraggio di pubblicare foto provocanti nonostante i commenti che le piovono addosso, avrebbe dovuto far partire il suo monologo da lì, da quella libertà. Quello sarebbe stato credibile da rivendicare“.