L’assedio con Daria Bignardi: un programma che sa di già visto ma che vale la pena “rivedere”
Il nostro commento dopo la prima puntata de L'assedio il nuovo programma di Daria Bignardi
Ogni giorno, su tutti i canali dalla Rai a Mediaset passando per La7 e altre reti ascoltiamo la gente parlare. Tutti i format sembrano ormai non poter prescindere dalle interviste: in tutte le salse. Ci sono cassettiere, ci sono divani, ci sono lavatrici, ci sono poltrone, ci sono tavoli, ci sono sgabelli. C’è davvero di tutto ( pensiamo a Mara Venier che cambia anche sedie, poltrone e poltroncine un po’ come fa anche Barbara d’urso su Canale 5). L’intervista regna sovrana e anche il Nove ha la sua regina delle interviste, e che regina. Parliamo di Daria Bignardi una conduttrice e intervistatrice di quelle davvero brave che con il suo ritorno a L’assedio ci ha ricordato tutto il suo valore. L’unico problema? L’assedio è un programma praticamente identico a quelli che in passato la Bignardi ha condotto. Va bene così? Forse. Il valore e la differenza lo fanno gli ospiti e le domande, oltre che lo stile. Ed è per questo che un programma condotto da Daria Bignardi, sia degno del nostro interesse. Degno di essere visto. perchè ci sono interviste e interviste.
Al momento la Bignardi prova a fare la differenza con gli ospiti, ovviamente per lo stile non ha bisogno di distinguersi visto che non ha bisogno di cercare la morbosità, di fare domande scomode ma vuole raccontare. E farlo in diretta tra l’altro non è cosa semplice.
L’ASSEDIO IL NUOVO PROGRAMMA DI DARIA BIGNARDI PER NOI E’ PROMOSSO
Un po’ troppo chic e poco pop? Non per tutti? Nell’era in cui programmi spazzatura registrano anche 2-3 milioni di spettatori parlando del nulla, in fondo, va anche bene essere “diversi”, forse di nicchia. Per la massa, esistono altri programmi, esistono altre reti e va bene anche così.
Per chi cerca un programma in cui non si urli, in cui non si rischi l’infarto, L’assedio è praticamente perfetto, oltre a terminare anche prima della mezzanotte, un miracolo di questi tempi. Innovazione? Quella la si cerca forse nei temi, come ad esempio una delle poche interviste a Giulia de Lellis in libreria. Poi a Daria perdoniamo anche il fatto di non conoscere il nostro amato dottor Nowzaradan e non saper pronunciare il suo nome. E’ appena arrivata a Discovery, diamole il tempo di innamorarsi del palinsesto!