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Amore Criminale riparte con la storia di Maria Archetta Mennella: le storie del 3 marzo 2019

Nella prima puntata di Amore Criminale in onda il 3 marzo 2019 sarà raccontata la storia di Maria Archetta Mennella

Sette e nuove puntate dell’edizione 2019 di Amore Criminale. Veronica Pivetti torna protagonista del programma di Rai 3 che racconta storia di amori malati, storie di amori violenti. Nella puntata in onda il 3 marzo 2019 su Rai 3 si parlerà della storia di Maria Archetta Mennella, una donna finita nella lunga lista delle donne uccise dalla persona che avrebbe dovuto proteggerle e amarle. Non era però amore ma altro il sentimento che questi assassini provavano, sempre che di sentimento si possa parlare. 

Nell’anteprima della puntata, Veronica Pivetti reciterà un testo scritto dallo scrittore Roberto Costantini sull’omicidio della povera Maria. La colpa di questa donna di 38 anni? Quella di voler voltare pagina di voler cambiare vita. Il suo ex marito però non la pensava come lei…

AMORE CRIMINALE 3 MARZO 2019: LA STORIA DI MARIA ARCHETTA MENNELLA 

La prima puntata della stagione 2019 è dedicata alla storia di Maria Archetta Mennella, uccisa due anni fa, a 38 anni.

È la mattina del 23 luglio 2017 quando Maria Archetta (detta Mariarca) viene uccisa nel suo appartamento a Musile di Piave, vicino Venezia, dove si era trasferita con i figli per rifarsi una vita. Ad ammazzarla con cinque coltellate, l’ex marito Antonio Ascione, mentre Mariarca era ancora a letto. Dopo aver commesso il delitto, l’uomo telefona ai carabinieri confessando l’omicidio, poi decide di lavarsi e cambiarsi per accogliere i militari.

La vittima – nata a Torre del Greco (Napoli) – negli ultimi tempi lavorava in un centro commerciale a Noventa di Piave mentre Antonio, originario anche lui di Torre del Greco, dopo aver seguito l’ex moglie al nord, lavorava come pizzaiolo a Jesolo. L’uomo non riusciva ad accettare la ritrovata libertà dell’ex moglie e le sue nuove frequentazioni.

Antonio Ascione è stato condannato, in primo grado, con rito abbreviato a 20 anni di carcere. Si attende l’appello. Durante il processo l’accusa ha sottolineato quelle che erano le aggravanti: per aver commesso il fatto “per futili motivi, perché non accettava che la moglie, dalla quale era legalmente separato, avesse una relazione con un altro uomo” scrive il Pm; per aver agito “con premeditazione, dopo aver reiteratamente minacciato di morte la moglie, in un’occasione anche con l’uso del coltello”; per aver perpetrato il crimine contro il proprio coniuge e madre dei suoi figli, e quindi aggravato dal vincolo di parentela; “per aver aggredito la moglie nelle prime ore del mattino quando la stessa era ancora distesa a letto e incapace di opporre una adeguata difesa”. 

Come sempre, le storie di femminicidio sono ricostruite con la tecnica della docu-fiction, sulla base della verità processuale e delle testimonianze raccolte durante le interviste.

 



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