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Film stasera in tv, su Rai3 c’è I bambini sanno un film di Walter Veltroni: la trama

Cosa vedere stasera in tv? Su Rai3 va in onda il film in prima visione I bambini sanno, un film di Walter Veltroni, ecco la trama

Una prima visione in onda questa sera per il pubblico di Rai3. La Rai decide di dare spazio al film di Walter Veltroni, I bambini sanno. I bambini ci guardano diceva Vittorio De Sica, I bambini sanno, ribadisce Walter Vetroni e lo dimostra con il suo documentario, intervistando una quarantina di ragazzini fra i 9 e i 13 anni, in onda su Rai3 giovedì 17 marzo alle 21.05. Figli di italiani e figli di immigrati; borghesi e popolani, di condizione agiata e modesta. Un film accolto bene dalla critica del nostro paese che potremo quindi seguire per la prima volta in tv stasera su Rai3.  C’è una frase secondo il regista che può spiegare anche il senso del film che per lui è stato anche il complimento più bello. Una bambina infatti, dopo aver visto il film gli ha detto: “Spero che i nostri genitori lo vedranno così potranno capire meglio”. Una frase che spiega quindi in pieno il senso del film. Vediamo come sempre facciamo, delle anticipazioni che ci svelano la trama del film in onda questa sera su Rai3. Ricordiamo che si tratta di una storia raccontata in modo particolare e che i protagonisti sono in assoluto, i bambini. 

I BAMBINI SANNO STASERA SU RAI3: IL FILM DI VELTRONI IN PRIMA VISIONE RAI

Veltroni apre il discorso con una domanda semplice e poi lascia la scena al piccolo protagonista di turno, che la occupa con disarmante autenticità. Dalle chiacchiere emergono affetti, momenti gioiosi, situazioni buffe, ma anche problemi economici, difficoltà di integrazione, solitudine, separazioni dolorose, che rimandano al quadro di un intero paese. I bambini, che vengono ascoltati nei posti in cui vivono con grande naturalezza si lasciano andare alle loro considerazioni senza pensare a nulla.

Le parole di Veltroni in una delle prime interviste dopo l’uscita del film I bambini sanno: “i grandi spesso parlano con loro a voce alta, scandiscono le parole manca solo che usino il verbo all’infinito come fanno gli stranieri… Io ho cercato di ascoltarli e di raccontare proprio come ogni cosa, in quel tempo della vita, venga vissuta, metabolizzata, macinata, interpretata”. 



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