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Luca Barbareschi a L’Arena parla ancora una volta delle violenze subite e della sua terribile infanzia

Nella puntata de L'Arena in onda il 27 dicembre 2015 Luca Barbareschi racconta ancora una volta come è stata la sua infanzia senza genitori e con gli abusi subiti

Non ha mai nascosto il suo passato Luca Barbareschi e di recente in tv ne ha voluto parlare più spesso anche per dare una importante testimonianza su una tematica complessa come quella della pedofilia. Ospite della puntata de L’Arena in onda il 27 dicembre 2015 su Rai1, l’attore e regista, ha confidato a Massimo Giletti altri ricordi del suo passato. Una infanzia terribile quella che ha vissuto che è servita però in qualche modo a formarlo. Anche per questo Barbareschi spiega che l’educazione è una cosa importante. Per questo ai suoi figli ha deciso di dare una buona educazione, una buona istruzione ma non lascerà eredità monetarie perchè è giusto che si facciano una loro vita da soli. I soldi invece andranno alla fondazione per i bambini vittime di pedofilia.

Barbareschi racconta la sua infanzia ricordando quello che successo molti e molti anni fa: “La persona più importante della mia vita? Mio padre per la formazione, se sono quello che sono oggi lo devo all’educazione di mio padre. Ho avuto voragini affettive terribili. Mio padre se n’è andato, mia madre se n’è andata a Roma con la mia sorellina piccola dicendo: ‘Non è che andiamo tutti a Roma in vacanza, non rompere le balle’. Io sono rimasto solo con due zie anziane meravigliose. In quegli anni ho subito delle violenze fisiche e ho avuto un sacco di problemi. La mancanza della figura paterna o materna è devastante.”

Un passato difficile, Barbareschi ha però cercato di evitare che i suoi figli soffrissero per questo: “Io sono fragile perché l’idea di far soffrire i miei figli… Poi i bambini richiedono molto, ma io non posso veder soffrire i miei bambini. A distanza di anni sono andato a Milano a incontrare quella persona, non è che volessi delle scuse, volevo sciogliere un nodo. ”

E alla fine, come ha già raccontato in altre occasioni, l’incontro con il prete che aveva abusato di lui c’è stato: “Lui era molto anziano, mi sarebbe piaciuto avere un ascolto maggiore, cosa che l’attuale Pontefice… Il problema non è solo quello dell’abuso, ma della crescita affettiva. C’è una generazione di trentenni-quarantenni cresciuti davanti alla televisione. Bisogna ripristinare i valori dell’affettività e il teatro è un luogo straordinario di redenzione dei propri problemi”.



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