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Il mammo Enzo Iacchetti con suo figlio: insieme hanno superato un brutto male

Nella puntata di Verissimo in onda il 28 novembre 2015 Enzo Iacchetti e Martino ospiti di Silvia Toffanin hanno raccontato un periodo difficile della loro vita insieme con la malattia...

Nella puntata di Verissimo in onda il 28 novembre 2015 abbiamo ascoltato per la prima vota la storia di Enzo Iacchetti e di suo figlio Martino. Una storia con alti e bassi che ha unito due persone, un papà e un figlio, che sono andati sempre avanti insieme con tutte le difficoltà ma anche con tanti bei momenti che non si potranno dimenticare. Tralasciamo le solite figure che Silvia Toffanin regala nelle sue interviste e passiamo alla storia. Iacchetti ha iniziato raccontando che quando suo figlio è nato lui non lavorava per cui era una sorta di “mammo” visto che sua moglie invece insegnava. Era lui che portava il bambino all’asilo, che lo andava a prendere e che passava con il piccolo molto tempo. Momenti difficili che hanno unito tanto il piccolo Martino con papà/mammo Iacchetti. E suo figlio sembra aver molto apprezzato il modo in cui Iacchetti è stato un padre amorevole, ricorda che tutte le sere gli raccontava delle bellissime storie ed è stato bello andare a letto con le favole di papà.

Iacchetti ha poi voluto condividere con il pubblico di Canale 5 un aspetto della sua vita che non conoscevamo. C’è stato un lungo periodo buio in cui la malattia ha colpito Martino ma il comico non ha voluto parlare in modo esplicito di cosa si trattasse. Ha invece raccontato:

“Non abbiamo mai esorcizzato, poi è venuta voglia di raccontarlo. E’ una cosa che non dimentichiamo. Mio figlio è stato fortunato a posteriori, ma ha passato un’adolescenza bruttissima, perché dai 16 ai 22 anni ha girato tutti i medici del mondo. Poi abbiamo trovato il grande che ha risolto il suo problema. Ti rendi conto, da persona della televisione, che sei più fortunato del poveraccio che vive nella baraccopoli dopo un terremoto, per esempio. Lui è diventato molto presto grande, con i suoi compagni non poteva neanche bersi una birra e fare un tuffo in acqua. Ha passato degli anni difficilissimi ed è stato molto bravo, rideva sempre. Non ha mai pensato di stare in un grande pericolo, anche se ha sempre voluto sapere quello che gli stava succedendo”.

Oggi sono molto uniti e riescono anche a scherzare tra di loro su molte cose.



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