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Baila è stato bloccato dal giudice: non parte?

Come già annunciato nei giorni scorsi dal settimanale Oggi, Baila! è stato bloccato dal giudice. Con un laconico lancio di agenzia, è stato comunicato che Gabriella Muscolo, presidente del Tribunale Civile di Roma, ha inibito a RTI, Endemol, Roberto Cenci e parti in causa, la trasmissione di Baila! La notizia che il giudice avrebbe deciso […]

Come già annunciato nei giorni scorsi dal settimanale Oggi, Baila! è stato bloccato dal giudice. Con un laconico lancio di agenzia, è stato comunicato che Gabriella Muscolo, presidente del Tribunale Civile di Roma, ha inibito a RTI, Endemol, Roberto Cenci e parti in causa, la trasmissione di Baila! La notizia che il giudice avrebbe deciso in tal senso, già circolava da un paio di giorni e il settimanale Oggi lo dava praticamente per certo, dopo il rinvio dal 23 settembre a oggi del pronunciamento del Tribunale. Cosa succederà a questo punto? E’ facile immaginare che Mediaset correrà ai ripari provando ad apportare delle modifiche alla trasmissione, per introdurre dei particolari che la differenzino da Ballando con le stelle. Sicuramente maggiori notizie in merito si avranno oggi a Pomeriggio Cinque, dove la conduttrice Barbara D’Urso, che dovrebbe presentare anche il talent danzante di Canale 5, spiegherà probabilmente cosa accadrà al programma, la cui messa in onda, peraltro, era anche stata anticipata di un giorno, da martedì 27 settembre, ad oggi.  Innanzitutto per fattori economici (lo studio già allestito, il cast al completo, i contratti con gli sponsor) Mediaset non si potrebbe permettere di fare saltare del tutto il programma, ma anche per una questione di immagine, dopo avere professato così a lungo la propria “innocenza” e l’assoluta buona fede, il programma deve comunque andare in onda. Ricordiamo che nella causa mossa contro Baila!, l’inglese BBC aveva supportato il programma Rai Ballando con le stelle, proprio in difesa del format originale. Bisogna ad ogni modo evidenziare la portata storica della sentenza. In casi precedenti, oltre a frecciate sui giornali, non si era mai ricorso. Nessuno si era mai rivolto al giudice (come nel caso Ti lascio una canzone – Io canto).  Solitamente le parti in causa, in situazioni simili, preferiscono ricorrere ad accordi privati, senza ricorrere al giudice ordinario. Una sentenza che genera un precedente, dunque.

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