Ti consiglio una serie: Aremorden-Gli omicidi di Are, la recensione
Aremorden-Gli omicidi di Are è una delle serie più viste su Netflix: ecco la nostra recensione
Le atmosfere fredde e ovattate della Scandinavia tornano protagoniste su Netflix con Aremorden-Gli omicidi di Are, un crime drama che incarna alla perfezione lo spirito del Nordic Noir. La serie, basata sui romanzi di Viveca Sten Nascosti nella neve e Nascosti nell’ombra, porta sullo schermo una narrazione avvincente, scandita da un ritmo che lascia spazio alla tensione e all’approfondimento psicologico dei personaggi. Io ho visto questa serie ormai un mesetto fa ma regge ancora molto bene nella top 10 di Netflix dunque bisogna dire che questa volta, il piazzamento è meritato!
Per la nostra rubrica Ti consiglio una serie, ecco per voi la recensione di Aremorden-Gli omicidi di Are.
Aremorden-Gli omicidi di Are: trama avvolgente e ben strutturata
La miniserie si sviluppa in cinque episodi e segue due distinti casi di omicidio: il primo si snoda attraverso i primi tre episodi, mentre il secondo si dipana nei rimanenti due. La struttura narrativa risulta ben bilanciata, permettendo alla storia di evolversi senza mai perdere d’intensità. Grazie alla scrittura solida di Karin Gidfors e Jimmy Lindgren, ogni episodio è ricco di suspense e colpi di scena che tengono lo spettatore incollato allo schermo. Sono due casi separati tra loro ma entrambi molto forti, quelli che vengono raccontati nella serie.
Ambientazione suggestiva e carica di tensione
Uno dei punti di forza della serie è sicuramente l’ambientazione: la piccola comunità di Åre, immersa nel bianco candido della neve, diventa essa stessa un personaggio, un luogo tanto affascinante quanto inquietante. Il contrasto tra il paesaggio idilliaco e la brutalità dei crimini commessi amplifica la sensazione di isolamento e precarietà, elementi fondamentali per un thriller scandinavo di grande impatto.
Personaggi complessi e ben interpretati
Un altro pregio di AREMORDEN è la profondità dei suoi personaggi. I protagonisti, sia investigatori che sospettati, non sono mai bidimensionali, ma vengono delineati con grande cura, portando alla luce le loro fragilità e i segreti nascosti sotto la superficie della piccola comunità. Le interpretazioni del cast risultano convincenti e contribuiscono a creare un’atmosfera cupa e avvolgente.
Regia e fotografia di alto livello
La regia di Joakim Eliasson e Alain Darborg enfatizza al meglio la tensione narrativa, con scelte stilistiche che esaltano il senso di claustrofobia e isolamento. La fotografia, dai toni freddi e desaturati, si sposa perfettamente con il mood della serie, accentuando il contrasto tra l’apparente tranquillità del paesaggio e la violenza delle vicende narrate.
Attenzione spoiler : non continuate a leggere potrebbero esserci degli spoiler sulla trama
Nei primi tre episodi, la trama si concentra sulla misteriosa scomparsa di Amanda Halvorsen, una diciassettenne svanita durante la notte di Santa Lucia. La detective Hanna Ahlander, in cerca di pace ad Åre dopo una sospensione dal servizio a Stoccolma, si unisce alle indagini insieme all’agente locale Daniel Lindskog. Le ricerche rivelano che Amanda aveva scoperto una rete di sfruttamento di rifugiati gestita da Bosse Lundh, un uomo d’affari locale. Determinata a denunciare l’ingiustizia, Amanda affronta Bosse, ma l’uomo, temendo per la propria reputazione, la uccide e nasconde il corpo. Questo caso mette in luce temi come la corruzione, lo sfruttamento e la vulnerabilità dei giovani nelle piccole comunità.
Gli ultimi due episodi affrontano l’omicidio di Johan Andersson, un ex sciatore professionista e imprenditore locale. Il suo corpo smembrato viene ritrovato vicino ai binari ferroviari, suggerendo inizialmente un incidente. Tuttavia, l’autopsia rivela che Johan è stato ucciso prima di essere posizionato sui binari. Le indagini svelano una complessa rete di relazioni personali: Johan aveva intenzione di lasciare sua moglie, Marion, per una nuova compagna, Rebecka. Questa decisione provoca tensioni in famiglia, portando il figlio adottivo di Johan, Leo, a confrontarsi con il padre. In un impeto di rabbia, Leo uccide Johan, e con l’aiuto della madre e del padre biologico, tenta di occultare il crimine. Questo caso esplora temi come le dinamiche familiari, la gelosia e le conseguenze delle decisioni impulsive.
Entrambi i casi sono trattati con profondità e sensibilità, offrendo una visione intensa delle complesse dinamiche che possono celarsi dietro la facciata di una comunità apparentemente pacifica.
AREMORDEN – GLI OMICIDI DI ARE è un thriller avvincente che conquista grazie a una trama solida, un’ambientazione affascinante e un cast di grande talento. Gli amanti del Nordic Noir troveranno in questa miniserie un prodotto di qualità, capace di unire il fascino dei gialli scandinavi a un ritmo narrativo coinvolgente. Con la sua miscela di mistero, tensione e introspezione psicologica, questa produzione si conferma come un’ottima aggiunta al catalogo Netflix per tutti gli appassionati del genere.