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The White Lotus 3: pregi e difetti di una terza stagione che non ha convinto tutti

The White Lotus 3: la terza stagione e il gran finale non mettono tutti d'accordo. Tra pregi e difetti, è una serie che fa ancora parlare moltissimo

the white lotus terza stagione

Con un’attesa spasmodica e un hype alimentato da due stagioni acclamate dalla critica, la terza stagione di The White Lotus è arrivata su HBO (e in Italia su Sky e NOW) con l’arduo compito di confermare il successo della serie antologica creata da Mike White. Ambientata questa volta in Thailandia, la nuova stagione prometteva un’esplorazione ancora più profonda delle dinamiche interpersonali e delle tensioni culturali, grazie a un cast internazionale e a location esotiche da cartolina. Tuttavia, il risultato finale ha diviso pubblico e critica, con molti fan che si sono detti delusi da uno sviluppo narrativo giudicato meno coinvolgente rispetto alle stagioni precedenti.

Insomma non sembra proprio essere andato tutto nel migliore dei modi, e le critiche, da tutte le parti del mondo, sono arrivate soprattutto sui social, dove si è acceso un vero e proprio dibattito anche se la serie, continua comunque a essere una delle più viste in Italia, su Sky.

The White Lotus 3: trama e personaggi tra spiritualità e segreti

La stagione 3 di The White Lotus si svolge in un lussuoso resort situato a Phuket, in Thailandia. Sin dal primo episodio si respira un’atmosfera più spirituale e riflessiva, con riferimenti continui al buddhismo, alla reincarnazione e a un’idea di viaggio interiore. Il gruppo di ospiti è variegato come sempre: una famiglia americana che sembra in apparenza perfetta ma che dovrà vedersela con non pochi problemi; una coppia molto particolare con un uomo alla ricerca della sua vendetta. Tre amiche, con una star della tv americana. E poi il ritorno di una delle protagoniste della prima stagione della serie, Belinda ( e non sarà la sola). In Thailandia infatti ritroveremo il marito di Tanya che a quanto pare, potrebbe aver commissionato il suo omicidio, restando in libertà.

Non mancano i dipendenti del resort, personaggi spesso secondari ma centrali nel mostrare le contraddizioni sociali e le tensioni culturali tra Occidente e Oriente. Tuttavia, rispetto al passato, i personaggi risultano meno carismatici e i loro archi narrativi più deboli, rendendo difficile per lo spettatore empatizzare con le loro vicende.

Il confronto con le stagioni precedenti

Le prime due stagioni di The White Lotus si erano distinte per il perfetto equilibrio tra satira sociale, tensione narrativa e caratterizzazione dei personaggi. La prima, ambientata alle Hawaii, aveva colpito per l’originalità e la capacità di smascherare con ironia il privilegio bianco e l’ipocrisia della classe benestante. La seconda, in Sicilia, aveva introdotto una componente più sensuale e decadente, mantenendo alta la qualità della scrittura e regalando momenti iconici, come quelli legati al personaggio di Tanya, interpretata da Jennifer Coolidge.

La terza stagione, invece, pur cercando una svolta tematica verso la spiritualità e il misticismo, sembra perdere il mordente delle precedenti. La critica sociale è meno pungente, il ritmo narrativo più lento e la tensione — che in passato si basava sull’imminenza della tragedia — appare diluita. La critica principale maggiore mossa agli sceneggiatori è quella di aver messo pochi elementi interessanti nella serie ma in realtà, chi ha visto le prime due stagione di The White Lotus dovrebbe proprio aver capito che tutto quello che deve realmente succedere, succederà solo nei minuti finali dell’ultimo episodio.

The White Lotus 3 il finale: l’ottavo episodio, significato e interpretazione

L’ottavo episodio, intitolato “Amor Fati”, si chiude con un colpo di scena drammatico e violento. Rick, in cerca di vendetta per la morte del padre, uccide Jim Hollinger, il proprietario del resort, solo per scoprire subito dopo che Jim era in realtà suo padre. Nel caos che segue, Rick viene ucciso dalla guardia di sicurezza Gaitok, e Chelsea, la sua fidanzata, muore colpita da un proiettile vagante. Nel frattempo, Timothy Ratliff tenta un omicidio-suicidio per evitare lo scandalo finanziario che lo coinvolge, ma il suo piano fallisce quando il figlio Lochlan beve accidentalmente un frullato avvelenato. Lochlan sopravvive e afferma di aver avuto una visione divina durante l’esperienza di pre-morte. Questi eventi sottolineano i temi della stagione: la ricerca di redenzione, l’ineluttabilità del destino e la fragilità delle relazioni umane.​

Quindi in realtà, della sparatoria iniziale, quella che si accenna nel primo episodio, c’è ben poco. Si pensava quasi a una possibile strage nel resort di lusso e invece, sono solo tre le persone che alla fine, non lasceranno la Thailandia per tornare a casa. Lascia anche l’amaro in bocca la decisione di Belinda di accettare i soldi avuti dal marito di Tanya e andare via, senza neppure realizzare il suo sogno, senza dare spiegazioni all’uomo di cui sembrava essersi in qualche modo innamorata.

The White Lotus 3: tutti i finali per evitare spoiler

Abbiamo creato dei finali falsi nelle sceneggiature, ha raccontato Bernad a People. “Ne abbiamo scritti sei diversi e li abbiamo distribuiti alla gente nel caso in cui qualcuno avesse fatto trapelare qualcosa. A quel punto potevamo dire che c’erano diversi finali falsi”. La scelta dei finali diversi dunque non aveva a che fare con la decisione finale, non c’era il dubbio su cosa scegliere ma era solo dettata dalla paura che qualcuno raccontasse prima quello che l’ottavo episodio di The White Lotus 3 raccontava.

“E poi, quando abbiamo girato la scena finale, il set era blindato”, ha continuato. “Nessuno aveva accesso a quello che stavamo girando e nessun partecipante non appartenente al White Lotus avrebbe mai visto quello che stavamo facendo.”

Il fascino di The White Lotus risiede proprio nel contrasto tra la bellezza idilliaca dei luoghi in cui è ambientata e la desolazione emotiva dei suoi protagonisti. Un divario che, in questa terza stagione, si assottiglia fino a fondersi, rinunciando però a quella lucidità e profondità etico-morale che permeavano le prime due stagioni. Alcune trame restano irrisolte, lasciando un retrogusto amaro, come dopo un banchetto divorato con foga, annaffiato da ansia e curiosità. Il finale di The White Lotus 3 somiglia così a un ristorante dove i camerieri dimenticano il tuo tavolo al momento del dessert: ti ritrovi in attesa di un epilogo che non arriva, in balia di un piacere interrotto sul più bello, di un interrogativo lasciato a galleggiare nell’aria. Un finale sospeso, come una vacanza di lusso che non si conclude mai o un frullatore sporco pronto a ribaltare esistenze inconsapevoli.

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