Fiction e Serie TV

Mia: un film, una storia, un racconto drammaticamente “perfetto” da far vedere a uomini e donne

Mia più che un film è la drammatica storia di decine , centinaia di ragazze e poi donne vittime di un amore tossico e di una relazione che non sarebbe mai dovuta iniziare

film mia

Vi indignerete, vi incavolerete, verserete lacrime amare. Proverete ogni genere di sentimento guardando Mia se questa sera vi sintonizzerete su Rai 2. Mia è un film ma è una storia. La storia di tantissime ragazze che vengono manipolate, che finiscono con il vivere storie d’amore tossico. Una storia così recente da farci pensare a quello che è successo poche settimane fa alla piccola Aurora, una ragazzina di 13 anni morta dopo una lite con il suo ex, oggi in carcere con l’accusa di averla uccisa.

Mia rappresenta la storia di tante ragazze ma è il simbolo anche di storie di famiglie. Perchè dietro ad amori tossici vissuti tra giovani e meno giovani, non ci sono solo due persone. Ci sono padri e madri coinvolti. Ci sono parenti, familiari, amici. Ci sono sorelle, come Elena Cecchettin. Ci sono amici che provano a dare messaggi; ci sono padri, come il padre di Mia nel film, che provano a fare di tutto per fermare una storia malata. Ci sono anche esperti che cercano di dare risposte e consigli. E poi ci sono i finali amari: i suicidi, i femminicidi, le violenze, il carcere. Mia è la storia di una ragazzina, di una donna. E’ la storia di una generazione, anche maschile, che pensa di possedere la ragazza che ha accanto. Non c’è romanticismo, c’è solo possesso. Non c’è amore, c’è solo narcisismo. Ci sono i no che non si possono dire, ci sono le manipolazioni. Mia è un film ma è la storia di chi arriva a farla finita dopo un video, una foto. Come potrebbe essere successo pochi giorni fa a Larimar, la ragazza ritrovata morta a Enna nel giardino di casa. Mia è tutto questo e molto altro.

Mia più che un film, una storia

Un Edoardo Leo letteralmente perfetto, veste i panni del padre di Mia. Lo ha capito sin dal primo giorno che c’era qualcosa che non stava funzionando in quella relazione così strana, così tormentata. E ci ha provato ad ascoltare sua figlia, come aveva sempre fatto. Erano felici prima di quel maledetto incontro, del primo bacio, del primo amore, del cuore che batte così forte. E poi tutto è cambiato. C’è un prima e o un dopo Marco. C’era una Mia felice con le amiche, con la pallavolo, con la sua mamma e il suo papà. E poi c’è una Mia che cambia, si chiude. Pensa di amare e di essere amata. Non si fida degli adulti, prova a cercare la soluzione da sola. Non ce ne sono. Marco è ossessionato, la controlla, fa foto di nascosto, la obbliga ad avere il primo rapporto. Marco distrugge la vita di Mia giorno dopo giorno e distrugge anche la vita della famiglia di questa giovane ragazza.

Ce l’aveva fatta Mia, con l’aiuto del suo papà a cercare di voltare pagina. E poi quelle foto, quei messaggi, la vergogna che si diffonde, che ti sporca. Quando sporca non sei, perchè sporco è chi ti violenta con le parole e con i gesti. Non aggiungiamo altro sul finale di questo film che dovrebbe essere proiettato nelle scuole anche più di una volta all’anno. E che i genitori dovrebbero vedere con i figli. Non scordiamo che dietro all’atteggiamento violento di un 16enne, di un 18enne, di un 20enne e via dicendo, c’è una famiglia. C’è una educazione ricevuta e c’è molto altro. Non diamoci alibi e riflettiamo. Perchè Mia è nostra figlia, la nostra vicina di casa, la nostra allieva del catechismo, la baby sitter dei nostri figli. Mia è la nostra collega dell’università, la figlia di un amico, la ragazzina che vediamo alla fermata del bus.

Mia è un nome ma è anche quell’aggettivo possessivo che dovremmo tutti smettere di usare. “Tu sei mia, io sono tuo” smettiamola di usare queste frasi e diventeremo persone migliori, fidanzati migliori, compagni migliori. Siamo nostri e di nessun altro.

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