Come uccidono le brave ragazze: Emma Myers salva la serie Netflix
Tra le serie più viste di agosto su Netflix c'è Come uccidono le brave ragazze. L'abbiamo vista e vi sveliamo pregi e difetti della serie
Cosa diremmo se la protagonista della serie Netflix Come uccidono le brave ragazze non fosse Emma Myers? Capelli corti, occhi chiarissimi, sguardo intelligentissimo e una dialettica da far paura. Pip è una ragazzina fin troppo astuta e intelligente per la sua età ed è la degna protagonista di una serie che, se non la vedesse al centro della narrazione, sarebbe davvero troppo debole per giustificar i primi posti in classifica tra le più viste di questa calda estate anche in Italia. Come uccidono le brave ragazze parte molto bene, incuriosisce ma poi si perde tra mille cose già viste e soprattutto un finale che vuole regalare troppi colpi di scena ma che delude. Peccato.
A Good Girl’s Guide to Murder è tratta dalla serie di romanzi firmati da Holly Jackson di grande successo nel Regno Unito e non solo. Forse rende meglio la saga letteraria mentre la serie, ha parecchi punti deboli.
Come uccidono le brave ragazze: la recensione della serie Netflix
La serie a vederla, sembra qualcosa che abbiamo già visto in molte altre occasioni ma stupisce per la contrapposizione dei colori sempre vivaci e allegri che fanno da scenario alla vita di un gruppo di teenagers protagonisti, e il giallo che Pip deve risolvere. Cinque anni prima, Pip ha visto proprio poche ore prima che scomparisse nel nulla Andie Bell e da quel momento non si toglie dalla testa che avrebbe potuto fare qualcosa per salvarla. Per questo pensa di risolvere il giallo di questo omicidio, per un compito scolastico, andando a scavare in una storia piena di bugie e di intrighi. Come sempre accade in questi casi, tutte le persone coinvolte hanno un segreto, segreto che rende le “indagini” complicate ma che comunque alla fine si svela, grazie anche alle intuizioni di Pip.
Proprio la sua voglia di risolvere questo caso ci portano a guardare uno dietro l’altro i sei episodi della serie, nonostante Pip risulti quasi fin troppo “bambina” per mettersi al volante, macinare chilometri, ribellarsi alla sua famiglia e riuscire a dormire nonostante le minacce di un killer. Qualcuno ha criticato proprio questo aspetto della serie Come uccidono le brave ragazze ( che poi ha nel titolo già la soluzione del mistero) invece a nostro avviso, la scelta di Emma Myers salva capre e cavoli, grazie alla sua bravura.
Quello che non ci ha affatto convinti è il finale d una serie che poteva essere convincente, almeno fino al quarto episodio. Poi tutto è precipitato con un miscuglio di cose anche inverosimili. Un esempio per tutti ( attenzione spoiler, non continuate a leggere se non avete ancora visto la serie): il professore di inglese che ha la storiella con la sua allieva. Nel mondo anglosassone un classicone. Ma perchè tenere per 5 anni segregata una ragazza ? Una ragazza ritrovata da Pip in casa magicamente, che non presentava nessun segno di segregazione, che non sembrava neppure scossa o turbata da quello che lei era successo. Una cosa raccontata decisamente male, forse anche per il poco tempo, nella serie Netflix, che lascia l’amaro in bocca. Un po’ anche come il finale durante il quale Pip viene drogata da Becca che, casualmente, si ritrova in cucina, a pochi passi dalla tazza della ragazza, proprio la sostanza al momento giusto.
Effettivamente è quello che molti lettori di Come uccidono le brave ragazze hanno fatto notare: per chiari motivi di tempo, si saltano dei passaggi chiave che avrebbero dato un altro senso alla storia. Peccato, perchè la serie Netflix non annoia ma neppure entusiasma. Un approfondimento maggiore della psicologia dei personaggi ( come ad esempio la scena finale dedicata a Andie e a Sal) avrebbe sicuramente reso più profonda la serie che si è persa strada facendo.