Fiction e Serie TV

Prisma la serie: delicata, profonda e mai banale. Da guardare

Su Prime Video è arrivata Prisma una serie assolutamente da vedere: la nostra recensione

prisma la serie

Quando guardi una serie tv dal primo all’ultimo minuto, senza mai pensare che ci sia una scena inadeguata, qualcosa da mandare avanti, vuol dire che stai guardando qualcosa di bello. E se non ti resta l’amaro in bocca ma ti senti più arricchito, se pensi che ti sia rimasto qualcosa dentro, se stai riflettendo e hai eletto anche la tua scena più bella, nonostante ce ne fossero diverse, allora hai appena visto la serie tv giusta. In un mondo che spesso non va nella direzione che noi vorremmo, Prisma è la serie tv che tutti dovremmo guardare. Giovani e meno giovani. Con le nostre convinzioni, con le nostre debolezze, con le nostre fragilità ma soprattutto mettendo da parte la spocchia di aver imparato a comprendere le persone che abbiamo di fronte. E capendo che forse, non sempre parliamo la stessa lingua delle persone a cui vogliamo bene. Per ignoranza, per pigrizia, per paura. Dovremmo tutti guardare la vita attraverso il prisma che ci permette di vedere le mille sfaccettature di un mondo in cui spesso, sceglie le etichette, dà nomi alle cose, vuole che ci sia una spiegazione per tutto, quando invece, basterebbe vivere a colori le emozioni. Il cuore non porta sempre verso la strada giusta, la razionalità neppure. E provare una chiave di lettura diversa, con i colori e la musica come guida, potrebbe aprirci un mondo. Quello in cui love is love, un mondo in cui non c’è bisogno di spiegazioni. Dopo il successo di Skam Italia, finalmente anche noi nel nostro paese abbiamo qualcosa di originale e per questo dobbiamo ringraziare  Ludovico Bessegato. Se con Skam, soprattutto nelle prime stagioni, ci aveva regalato qualcosa che potesse parlare ai giovani, parlare agli adulti di quel mondo troppo spesso impenetrabile, con Prisma il livello è ancora più alto. La serie su Prime Video è un piccolo gioiellino. Delicata, profonda, mai banale. Funziona tutto alla perfezione, dalla scelta di un cast di attori giovanissimi e quasi tutti alla loro prima interpretazione ( fatta eccezione per un magistrale Lorenzo Zurzolo nel ruolo di Daniele) alle musiche, alla regia, ai salti temporali impeccabili e precisi. Funziona in modo sensazionale anche il dare a uno stesso attore la possibilità di essere contemporaneamente due persone. Mattia Carrano è Andrea ma è anche Marco, e se non sei informato prima di questo espediente, non te ne accorgi neppure grazie alla maestria di Bessagato ma anche alla bravura del giovanissimo attore.

Prisma su Prime Video: la recensione

Prisma arriva tra l’altro in un momento perfetto, in un momento storico in cui troppo spesso si parla di identità di genere a vanvera, per slogan. Viviamo in un mondo del resto, in cui si giustificano uscite omofobe o strafalcioni con la classica frase “no ma io ho tanti amici gay figurati se volevo dire questo“…Nel 2022 non abbiamo ancora compreso fino in fondo le difficoltà che una creatura che da bruco sta per diventare farfalla può provare. E magari, sono paure immotivate perchè come Andrea ha sperimentato sulla sua pelle, quando si è sentito pronto per lasciare il suo nido, ha trovato un complice nella persona che pensava essere un suo nemico, suo padre. La storia di Andrea può essere la storia di chiunque e il finale può essere diverso certo. Prisma però lancia un messaggio forte: solo quando ci si sente pronti ad affrontare il mondo che tanto fa paura, si può spiccare davvero il volo e bisogna avere il coraggio per farlo. Perchè in fondo, tanti muri, vengono alzati dalle paure, non realmente da chi ci sta intorno.

Quello che non è convenzionale chi lo stabilisce? Ce lo prova a spiegare Bessagato che in Prisma ci mostra tutta la dolcezza di un amore nato tra Nina, a cui piacciono le donne, e Andrea, che sente dentro di se un lato femminile che non vorrebbe più nascondere. Cosa stanno facendo insieme, neppure loro lo sanno, ma sanno che vogliono viverlo. E’ il caos di una generazione che spesso noi adulti, difficilmente comprendiamo ma dalla quale abbiamo tanto da imparare. E la parola caos, in questo senso, ha la migliore delle accezioni. Serve anche a ricordarci che sono quelli gli anni della formazione, in cui gli errori servono per imparare, in cui dalle cadute ci si può rialzare si, ma i segni poi resteranno per sempre. Ragazzi ma anche adulti, con la loro testa pensante e la voglia di pensare al futuro. Se la Roma di Skam era alquanto provincialotta, qui si ribalta tutto, con la provincia che invece, diventa più “moderna”. La storia dei protagonisti ci porta a riflettere su come tra l’altro, la metropoli sembra il posto perfetto per sperimentare l’identità senza paura di essere giudicati, solo perchè nessuno ti conosce, ma poi lo sguardo di un tassista estraneo, ribalta tutto. E allora è la provincia, il luogo accogliente, in cui si tutti giudicano, tutti parlano, ma allo stesso tempo, tutti possono volerti bene per quello che sei, non per cosa hai scelto di indossare.

Non solo Andrea. Daniele, con una strepitosa interpretazione di Zurzolo appare per quello che non è. Ribelle, dallo sguardo di ghiaccio, il classico tamarro di periferia che spezza i cuori. Cattivo, senza cuore in realtà lui un cuore lo ha, e non solo ha mille cicatrici, ma riesce a battere per qualcuno. Sensibile, riflessivo, amico. Daniele è tutto il contrario di quello che mostra, o di quello che gli altri forse vogliono vedere. Un po’ come Carol , un po’ come Nina , un po’ come Marco.

Prisma è il racconto corale di persone che stanno cercando il loro posto nel mondo. Vogliono essere qualcosa, ma non sanno come diventarlo, vorrebbero essere qualcosa ma non sanno come dirlo. Tutti portano dentro il loro piccolo grande segreto, nascosto in una cesta di vecchi giocattoli, tra le pagine di un diario, nei testi di una canzone, nelle foto postate sui social.

Non a caso ogni episodio di questa serie ha un colore. Non a caso Prisma ci racconta le storie dei protagonisti tramite una serie di flashback che servono anche a dimostrarci come tutto sia mutevole ma allo stesso tempo, come la formazione dell’identità sessuale parta da molto prima di quanto possiamo immaginare. Il viaggio di Andrea tra le sue letture da bambino e quel tuffo nel giardino di Ninfa, ne è un chiarissimo esempio.

Un universo raccontato tramite un Prisma per una serie tv riuscita sotto ogni punto di vista.

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