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Il coraggio di Sonia Bruganelli che racconta il crollo quando ha capito tutto di sua figlia Silvia

Quante madri sarebbero capaci di raccontare come ha fatto Sonia Bruganelli il suo percorso accanto a sua figlia Silvia?

sonia bruganelli corriere

Sonia Bruganelli aveva detto che non avrebbe mai mostrato il suo dolore perché spesso è ciò che vogliono invece vedere gli altri ma se al Corriere della Sera racconta il suo perso di mamma che ha sofferto tantissimo non è per piacere agli altri. Pungente, spigolosa, per qualcuno è antipatica e per altri è vera ed è sincera ancora una volta fino in fondo nell’intervista in cui parla di sua figlia Silvia, di quanto è stato doloroso arrivare ad accettarsi come madre imperfetta. E’ leggendo i vari step da quando ha saputo del problema di salute della sua bimba fino ad oggi che il quadro è completo e Sonia Bruganelli svela una sofferenza che sa già che non tutti comprenderanno. Non importa, ciò che conta è la fine di quel lungo percorso, che in realtà continua, perché Sonia dopo quel crollo non ha mai smesso forse di lavorare su se stessa.

Il coraggio di Sonia Bruganelli che racconta il crollo quando ha capito tutto di sua figlia

E’ partendo dalla bellissima foto di sua figlia da bimba pubblicata su Instagram che inizia l’intervista al Corriere. 

“Ormai ho accettato di essere una madre imperfetta e va bene così. Silvia, però, mi ha sempre amata. Come ho scritto, anche quando ero io a non volermi bene, a sentirmi responsabile della sua limitazione, che gli altri fratelli non avevano”. Ed ecco invece cosa faceva la sua piccolina: “lei fin da subito, già da piccolissima, quando mi vedeva triste allungava il braccio e indicava il mio occhio, come a chiedere: perché piangi?”.

Ha fatto un lungo percorso e confida che lo sta facendo ancora: “per accettare la situazione e cominciare a godermi la maternità di Silvia senza pretendere di essere per lei anche insegnante, fisioterapista, logopedista… Non dovevo mai sbagliare. A lungo ho fatto i conti con il senso di colpa e la rabbia”. Quante madri riuscirebbero ad essere così sincere? Ha già raccontato quando ha scoperto la malattia e come tutto sia crollato per lei, per i sensi di colpa ma non era colpa sua.

“Ho sempre vissuto la malattia di Silvia come un’ingiustizia. Ho scoperto che era cardiopatica all’ottavo mese di gravidanza, quando si preparano i vestitini e si dipinge la cameretta. Doveva essere il momento più bello”. 

I medici le dissero che appena nata doveva essere operata o sarebbe morta: “ho avuto un crollo: avevo 27 anni, lei era la mia prima figlia, non avevo sbagliato niente durante la gestazione, ero stata attenta. Paolo aveva 40 anni e spalle più larghe, si è occupato lui di tutto”.

Non poteva accadere niente di più grave e ha voluto altri figli ma quando è nato Davide sono arrivati i problemi ed ecco che Sonia Bruganelli racconta della foto si Silvia pubblicata sui social. Era una bimba bellissima ma Davide, il secondogenito, era non solo bello ma sano: “davanti a un figlio così bello, sano, per il quale avevo messo il fiocco azzurro fuori dalla porta, ho cominciato a dirmi che non me lo meritavo, che stavo togliendo qualcosa a Silvia. È allora che il mio rapporto con lei è diventato ossessivo, mentre non riuscivo più a stare vicino a Davide. Ed è lì che ho cominciato a lavorare su me stessa. Mi sono rasserenata solo con la nascita di Adele, nel 2007, quando la salute di Silvia si era stabilizzata e potevo tirare il fiato”.

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La fede non l’ha aiutata, si è allontanata: “se c’era una lezione, avrei preferito impararla sulla mia pelle, non su quella di una neonata indifesa”.

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