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Alessia Marcuzzi, la follia di lasciare Mediaset ma spiega che doveva farlo

Per la prima volta Alessia Marcuzzi parla di crisi, dell'addio a Mediaset, di questa follia necessaria per essere di nuovo felice

Alessia Marcuzzi aveva già annunciato il suo addio a Mediaset e a Vanity Fair oggi racconta di quella luce che non aveva più, della crisi, personale ma anche con suo marito. Con Paolo tutto è risolto, con la rete che le ha affidato tanti programmi c’è la scelta che confessa essere folle. Alessia Marcuzzi è abituata ad ascoltare la sua pancia, nel suo bilancio di vita mette tutto, lavoro, figli, storie d’amore e poi arriva la trasformazione necessaria. Sa bene di essere molto fortunata e che tanti avrebbero fatto di tutto per stare al posto suo ma desidera essere felice e quando il cuore non batte più come prima è necessario cercare altro, magari anche sparire per un po’ senza avere paura del futuro. Dopo 25 anni Alessia Marcuzzi lascia Mediaset, in tv è entrata quando aveva 18 anni.

ALESSIA MARCUZZI AVEVA PERSO LA SUA LUCE

E’ durante il lockdown che ha iniziato a riflettere per capire se quello che aveva la rendeva felice. Il suo obiettivo è non essere abitudinari ma questo non è per tutti: “Non essere più abitudinari. Scoprire nuove storie di sé. Guardare alla vita con la curiosità con cui si cade dentro un amore agli inizi. Quando la si sente spenta, non perseverare”.


Ha confidato che negli ultimi mesi ha pensato di avere perso la luce: “Negli ultimi mesi temo di averlo proprio smarrito quel lumino dentro che ognuno di noi porta. Si era come affievolito, spento. Andavo in onda, sorridevo, ma non sentivo più la mia energia, e non sapevo dove e come ritrovarla”.

Qual è l’origine della sua crisi? La Marcuzzi risponde anche a questo: “Cambiamo. Tutto qui. Anche con mio marito l’ho sofferta, perché la quotidianità è stretta dentro l’imprevedibilità, e io che non sono diversa dagli altri da capofamiglia maschiaccio mancato quale sono e insieme chioccia, voglio avere sempre tutto sotto controllo, e alla fine scoppi”.

L’ha aiutata l’analisi, ha capito che posizionarsi è fondamentale e che fermarsi non è sparire. 

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