Silvia Toffanin racconta la gelosia del padre e la sensazione di disagio che prova ancora oggi (Foto)
Silvia Toffanin alla rivista Grazia racconta la sua adolescenza, il papà geloso e lei che è cresciuta con i nonni (foto)
Silvia Toffanin intervistata dalla rivista Grazia ha raccontato della sua famiglia, della gelosia del padre quando era una ragazzina, del suo sentirsi sempre un po’ a disagio anche oggi che è la conduttrice di successo di Verissimo (foto). La vediamo in onda tutti i sabato pomeriggio su Canale 5, sempre riservata nella vita di tutti i giorni ma in questa intervista ha confidato gli anni della prima giovinezza, sua mamma bidella, papà operaio e tanto tempo trascorso con i suoi nonni. Silvia Toffanin è cresciuta per lo più con i nonni, con il nonno che le raccontava i pettegolezzi del paesino. Insieme giocavano a carte, era coinvolta nelle attività dei nonni, come il rosario, la processione. Ha confidato anche dei suoi primi amori, nessuno in pratica perché il suo papà era troppo geloso e non la faceva uscire e se le permetteva ogni tanto di andare in discoteca la aspettava chiuso in macchina nel parcheggio.
SILVIA TOFFANIN SU GRAZIA RACCONTA LA SUA ADOLESCENZA
“In paese, si usava che i ragazzi, le comitive di amici citofonassero per dire “Scendi”, senza esserci messi d’accordo prima. Rispondeva mio padre e ogni volta: “Silvia non c’è”. Non mi faceva uscire. Ogni tanto mi permetteva di andare in discoteca – ma aggiunge – a condizione che mi accompagnasse lui. Mi aspettava chiuso in macchina nel parcheggio. Inutile dirgli di andarsene a casa per tornare a riprendermi. Non si muoveva da lì”. Poi però è arrivata la moda nella sua vita e nonostante la gelosia i genitori l’hanno lasciata libera.
“Vai, viaggia” diceva mamma, “Non fare come me che sono rimasta qui”. Lo stesso, mio padre. Era come se mi stesse dicendo: “Io ti ho insegnato a camminare, ora tocca a te”. Milano, Parigi, Atene, Londra, Barcellona. Avevo iniziato a lavorare molto – racconta la Toffanin – Me ne sono andata di casa che avevo sulla parete i poster di Claudia Schiffer, sul letto i pupazzi, ed è ancora tutto lì. La mia cameretta è rimasta intatta”. Aveva però paura di quel mondo, si sentiva sempre a disagio, un po’ come oggi: “Io mi sento sempre un pochino a disagio. Ovunque, anche oggi. Allora, avevo paura di tutto, il mio freno o salvezza è stata la paura. Paura di uscire, paura delle menzogne. La mia vita erano lavoro e casa”.