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Federico Quaranta racconta del Ponte Morandi, lui che ama Genova la sua città (Foto)

Il post di Federico Quaranta dopo il crollo del Ponte Morandi, il conduttore ama la sua Genova (foto)

federico quaranta

Federico Quaranta è genovese, è nato e cresciuto nella sua amata città ligure anche se da anni Roma accoglie il conduttore (foto). Non poteva restare in silenzio dinanzi alla tragedia del ponte crollato, il Ponte Morandi su cui tante volte è passato e che continuava a percorrere. Il conduttore ha scritto un post diverso da quelli di tanti altri che con dolore vero o meno hanno espresso il proprio parere. Da quel maledetto giorno Quaranta pubblica foto e video perché non riesce come tutti a rassegnarsi per quanto accaduto a Genova. Ha pianto per la sua città e per le vittime di questa vergognosa tragedia. Era un disastro evitabile, ha commentato sul suo profilo social aggiungendo che il ponte che è crollato era marcio e che lo dicevano tutti. Il suo grazie va ai vigili del fuoco, a chi non si è fermato un attimo con la speranza di salvare una vita, di trovare qualcuno ancora vivo sotto tutto quel peso. Federico Quaranta racconta nel suo post del Ponte grigio e malconcio, non era certo bello da vedere. I lavori di manutenzione sempre presenti ma evidentemente inutili. Le parole di Federico sono da leggere senza riprendere fiato e sembra di percorrerlo davvero quel ponte ma purtroppo è troppo pardi.

IL POST FEDERICO QUARANTA DOPO LA TRAGEDIA DEL PONTE MORANDI

“Non era un bel vedere il “Ponte Morandi” grigio, malconcio e rabberciato, con quei tiranti neri di rinforzo ed i lavori di manutenzione perenni. Con le cicatrici, i buchi e gli avvallamenti ripetuti. Da sotto, forse peggio, con i ferri che si vedevano laddove il cemento pre-compresso si era consumato, sotto il peso delle colonne continue dei tir e degli autoveicoli” scrive Federico quaranta sul suo profilo social.

“Attraversava la Val Polcevera, la zona industriale e quella commerciale, collegava con la Riviera di Ponente, l’aereoporto, la Riviera dei Fiori, la Costa Azzurra, il Piemonte con Torino e le Langhe. Salutava, di lato, chi partiva per Milano e per il nord Europa. Salutava chi guardava dal finestrino del treno e dall’ aereo. Per noi di Genova, che amiamo Genova, era il ponte che ci ricongiungeva alla nostra adorata città. Una porta imponente che apriva la nostra casa, che annunciava la “Superba” – poi conclude – Ci sono passato mille volte per andare via e al ritorno lo trovavo sempre lì ad aspettarmi. Ero felice di rivederlo con il suo aspetto austero, fermo, serio e silenzioso, come per dirmi: “ben tornato, qui è tutto come sempre”. Gli volevo bene, era uno di noi genovesi. È caduto giù e con lui tutti noi di Genova, che amiamo Genova”.



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