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Massimo Giletti confida il suo periodo difficile da ragazzino, la fede e i tanti viaggi a Lourdes (Foto)

Massimo Giletti al settimanale Maria è con te parla della sua fede, dei trenta viaggi a Lourdes (foto)

Massimo Giletti parla della fede, del dono che non tutti possiedono e lo confida al settimanale Maria con te (foto). Non tutti i personaggi famosi parlano volentieri della religione, di Dio, Giletti nell’intervista è invece andato dietro nel tempo, a quando bambino faceva il chierichetto, al suo primo viaggio a Lourdes con sua madre e sua nonna e alle sue esperienze accanto ai malati in cerca di protezione, di un miracolo. La sua forza deriva anche dalla fede, quella che ha ricevuto da bambino e che porta ancora dentro a 56 anni sena alcun dubbio, “perché è un dono, o ce l’hai o non ce l’hai”. Credere senza porsi tante domande, Massimo Giletti è sempre stato restio a parlarne perché pensa sia una ricchezza che va custodita, che dovrebbe rimanere dentro a ognuno di noi. Invece è importante parlarne, serva magari ad altri. Ben trenta viaggi a Lourdes da bambino a oggi e per i primi venti anni ha viaggiato in treno con i malati, lavorato nelle piscine, visto da sempre il dolore. A 10 anni quel luogo lo colpì subito poi ha capito molto di più, Lourdes per il conduttore significa presenza viva della Madonna.

MASSIMO GILETTI CONFIDA IL SUO PERIODO DIFFICILE DA RAGAZZINO

E’ una ricchezza, un dono, o ce l’hai o non ce l’hai. Io sono sempre stato restio a parlarne, perché è una dimensione del tutto personale, dovrebbe rimanere dentro a ognuno di noi. Non esiste un luogo ideale, la Madonna, la puoi trovare ovunqueconfida Massimo Giletti nell’intervista– Certo a Lourdes è tutto più facile, ti conduce in uno stato di immediata serenità ma è nella vita quotidiana che bisogna portare quello che lì hai vissuto”.

Poi racconta la sua esperienza da chierichetto, la guida di Don Primo Zanotti, il suo periodo difficile da ragazzino:Ho iniziato a fare il chierichetto sotto la guida di un sacerdote eccezionale, Don Primo Zanotti. Con la semplicità di un parroco di campagna riusciva a dare consigli veri e mi ha aiutato nei momenti difficili della mia vita”. Il conduttore di Non è L’Arena spiega:“Ero affetto da una forma grave di scoliosi e ho dovuto portare corsetti, busti in gesso ed essere ricoverato più volte in ospedale. Per un bambino prima, e un adolescente poi, non è stata un’esperienza facile ma le fatiche di quel periodo mi hanno temprato per il futuro”.



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