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Sandro Mayer vs Veronica Pivetti: il direttore si difende dalle accuse dell’attrice

Sandro Mayer vs Veronica Pivetti con una lunga lettera punta il dito contro di lei; il direttore si difende dalle accuse dell'attrice che definisce omofoba

Era quasi scontato che il direttore di DiPiù chiedesse diritto di replica dopo le dichiarazioni di Veronica Pivetti in merito alla sua intervista. E’ esploso una sorta di caso che oggi vede l’attrice impegnata a difendersi da quello che lei ha definito una manipolazione delle sue parole, mentre il direttore della rivista sotto esame, dice la sua accusando l’attrice. Sandro Mayer scende in campo per difendere non solo la giornalista che ha intervistato la Pivetti ma anche per difendere il suo giornale che l’attrice ha definito Folkloristico. Un attacco che Mayer non ha gradito per diversi aspetti e, dalle pagine di GayNews, scrive una lettera con la quale spiega il suo punto di vista. Il direttore non si tira indietro e questa vicenda e lancia anche parole pesanti contro l’attrice che vedremo presto in tv nella fiction di Rai1 provaci ancora prof 7 fino a definirla persino omofoba. 

Per ricostruire la vicenda: leggi le dichiarazioni di Veronica Pivetti su Dipiù e la sua presunta omosessualità

Per ricostruire la vicenda: leggi la lettera di Veronica Pivetti sui social, l’attrice smentisce tutto 

LA LETTERA DI SANDRO MAYER PER RISPONDERE ALLE “ACCUSE” DI VERONICA PIVETTI

Gentile Signora Veronica Pivetti, preciso subito che sono un suo ammiratore dai tempi di Viaggi di Nozze, fino ai giorni nostri quelli di Provaci ancora Prof. La mia stima professionale per lei è incondizionata. L’avevo anche per la sua persona, ma ora questa parte di stima è precipitata. Lei ha smentito, o comunque dice che è stata manipolata, una sua intervista pubblicata su Dipiù a firma della brava giornalista Stefania Mazzoni. Ma questo non mi ha indignato: dopo anni e anni di direzione di giornale sono abituato ai cambiamenti di umore dei personaggi dello spettacolo. Quello che mi indigna è altro: come si permette di definire folcloristico il settimanale Dipiù? Preciso subito che il termine è offensivo e degno di querela, che, già le dico, non inoltrerò, mentre lei non può querelare per l’intervista, perché abbiamo le prove che è autentica e non è stata manipolata: la tentazione di metterla sul web per farla sentire a tutti è stata tanta, ma non l’ho fatto, perché non sarebbe stato corretto. Però, invece di smentire in maniera così chiassosa, poteva querelare e farci scrivere da un avvocato e noi, nelle sedi opportune, avremmo esposto le nostre ragioni e la nostra documentazione. E voglio dire subito che è lei, signora Pivetti, che ha voluto alzare un po’ di sana bagarre, ma, la prego, usi termini italiani: sano trambusto sarebbe stato più opportuno.

Con queste parole il direttore quindi ribadisce che la giornalista di Dipiù si è solo limitata a riportare le dichiarazioni dell’attrice. E’ anche vero che poi i titoli possono enfatizzare una frase piuttosto che un’altra, ma questo è anche merito di chi fa questo lavoro, altrimenti i giornali non si venderebbero; tutto deve essere fatto con rispetto sia per i lettori che per gli intervistati, questo è chiaro. Ma è anche chiaro che la furbizia fa parte di questo lavoro. Dopo le nostre considerazioni torniamo alle parole di Mayer. 

SANDRO MAYER ACCUSA VERONICA PIVETTI DI ESSERE OMOFOBA

“Lei ci definisce omofobi, mentre mi pare di capire, ma potrei sbagliarmi, che l’omofoba è lei. Signora, lei precisa: “Se fossi una donna omosessuale, mi incazzerei parecchio.” Quindi non lo è. Ma perché precisarlo? Se fosse stata omosessuale cambierebbe qualcosa? Lei scrive più avanti: “Dove sta scritto che l’eterosessualità è la strada che scegliamo per prima, anzi, peggio ancora, la strada giusta?”. Ma che cosa è questa differenza, signora Pivetti? Solo gli omofobi pensano ci siano strade giuste o ingiuste: per noi, mi creda, qualunque strada prenda una persona fin dalla nascita è giusta. Lei dice che secondo Dipiù l’omosessualità è un ripiego. Ma questo l’ha detto lei: lo deduce da che cosa? Signora, il razzismo lo fa solo lei: è lei che ha parlato della sua amica Giordana e poi della giovane donna, Adriana, di cui si innamorò da bambina ma fra le righe dell’intervista pubblicata non trapela nessun legame sessual-amoroso. Certo, le è stata fatta la domanda: lei è innamorata di Giordana? E lei ha risposto: “Non so se si può chiamare amore.” Non capisco perché lei legga da qualche parte di un legame di sesso montato da noi.

Il direttore chiude con un affondo, anche sulla scelta di mettere in copertina questa intervista e anche in questo caso ci fa giù pesante dicendo che nessuno avrebbe pensato di fare questa scelta per vendere più copie, visto che di certo l’attrice non è una delle “vip da copertina” appunto. Vedremo se questa storia finirà con la lettera di Mayer e andrà avanti nelle sedi opportune oppure se ci sarà una nuova pagina pubblica. 



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