Marina Suma dal mondo dello spettacolo al banchetto sul lungomare
Non sembra avere rimpianti Marina Suma per la sua nuova vita. Con la crisi è passata dal fare l'attrice a vendere i suoi monili di cartapesta sul banchetto
La ricordate Marina Suma splendida attrice protagonista in numerosi film dagli anni ’80 in poi? Con Jerry Calà o con Massimo Ciavarro, era sempre sua la parte della bellissima di cui tutti si innamoravano. Da vero sex symbol dello schermo Marina Suma è passata al classico banchetto che vediamo sul lungomare di tante città. Non fa più l’attrice, le sue polemiche sono state tante negli anni, sempre meno apparizioni anche in teatro e adesso vende le sue creazioni.
Marina Suma non sembra dispiaciuta della sua nuova vita. Ha conosciuto il mondo dello spettacolo, il fascino di quei tempi, poi lavorare per lei è stato sempre più difficile. In una delle sue dichiarazioni fu chiaro il messaggio: “Per lavorare in Rai o a Mediaset devi essere raccomandata” ma aggiunse anche: “devi essere l’amante di qualcuno”.
Gli anni passano ed è sempre una bellissima donna. Sul lungomare di Salina è in scena dal pomeriggio all’alba con i suoi gioielli di cartapesta dietro un banchetto colorato per la gioia dei tantissimi turisti e di chi la riconosce. Piacciono molto i suoi monili e lei confessa che è un’antica passione, li disegna da 9 anni ed ha anche frequentato una scuola di cartapesta. Li modella, li rafforza, li colora ed ottiene bracciali, orecchini collane che poi assembla con fili di cotone.
A Lipari ha il suo banchetto tra bar, boutique e turisti. Nessun dramma per il cambiamento: “Ho fatto tanta televisione, tanto cinema, e fermarsi, cambiare non deve essere mai considerato un dramma. Tanti si bloccano davanti al banchetto, guardano la mia nuova vita, le mie creazioni, comprano, si diventa amici… E se non mi riconoscono non sto male. No, non è rassegnazione. Devi fare i conti con una crisi paurosa del mondo dello spettacolo. E poi ti fanno lavorare sempre meno..”.
Complimenti alla sempre splendida Marina Suma.
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