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L’amaro sfogo di un’ex gieffina: licenziata perchè madre

Licenziata perchè madre: il durissimo racconto di una ex concorrente del Grande Fratello che sui social, si sfoga delusa e amareggiata

licenziata perchè madre

E’ durissimo il racconto che Sarah Nile, diventata famosa per la sua partecipazione al Grande Fratello, ha fatto sui social. Oggi la donna lavora lontano dal mondo dello spettacolo e ha due figli. Purtroppo però, nelle ultime due settimane ha affrontato un vero inferno, in incubo che non è finito. La sua storia potrebbe essere la storia di un’altra donna, di tante donne che vengono licenziate senza giusta causa, per questo la Nile, ha deciso di raccontare tutto.

Il duro racconto di Sarah Nile sui social: licenziata perchè madre

È giusto essere obbligate a scegliere tra l’essere madre o la carriera?!?
Credevo che una cosa del genere potesse accadere solo in un Paese dove la donna ha zero diritti, in un ambiente di lavoro dove non esiste tutela, dove il compromesso è la regola. Ho letto storie di giovani donne dove al colloquio aveva rilevanza sapere se volessero figli, un matrimonio o se già c’era tutto questo, quasi come fosse una nota stonata su di un curriculum impeccabile. Leggevo e credevo che tutto ciò non potesse riguardarmi: troppo lontano dalla realtà, inconcepibile, surreale appunto.

E ancora:


Ed è così che negli anni ho avuto la fortuna di lavorare in un contesto a me affine, di lavorare bene e con tanta passione. Di sperimentare la massima di “fai ciò che ami e non lavorerai mai un giorno” perché si, sono passati 7 anni e ho amato tutto ciò che ho fatto ogni singolo minuto fino al 07/09/2023, giorno in cui una lettera di licenziamento, in tronco e senza preavviso, ha fatto scoppiare la bolla mentale che mi ero costruita.
In tronco e con un generico “problemi economici” o almeno così dovrebbe sembrare perché ci sono cose che non tornano.

Prova poi a spiegare quello che non le torna e racconta:

Non mi torna perché prima di me è stata licenziata un’altra collega che aveva appena partorito. Non mi torna perché a pochi giorni dalla raccomandata del 7 settembre anche un’altra collega è stata licenziata al terzo mese di gravidanza. E non mi torna soprattutto perché ho ricevuto la comunicazione di licenziamento a soli cinque mesi dalla nascita della mia splendida Evah, a pochi giorni dal rientro dalle ferie, e beffa del destino, mentre ero in ospedale aspettando che il mio Noah si risvegliasse da una delicata operazione.

Stenta ancora a credere che sia successo:

Il lavoro che amo l’ho anteposto a tante cose, in primis a me stessa, alla gioia di vivermi un momento spensierato, a quel nono mese di gravidanza lavorato per interno e fino a due giorni dal parto, ad una gravidanza lottata e sofferta, allo sconforto sempre nascosto col sorriso perché c’erano i pazienti.
Nonostante la testa pesante, il cuore a volte troppo carico di emozioni per tutto il mio percorso con la PMA, (procreazione medicalmente assistita) alla famiglia che ha curato nell’appuntamento fisso meridiano, implacabile stacanovista e camaleontica sempre capace di intrattenere il suo pubblico, pronta in ogni circostanza per i suoi fedelissimi ai quali anche lei non ha potuto rivolgere un pensiero o un ultimo saluto. Così come per il mio pubblico, i miei amati pazienti con i quali avevamo appuntamento fisso nei pomeriggi settimanali, e per i quali ho sentito di dedicarmici anche nelle feste, nei sabati, nelle domeniche, ovunque in qualsiasi momento ci fosse il bisogno, non ho avuto modo né tempo di potervi salutare.
So solo che di certo non potevo chiudere “in tronco” perché una spiegazione era dovuta così come una breve riflessione:
può una donna essere licenziata perché diventata madre?

Tantissimi i commenti di altre donne che si sono ritrovati nella stessa situazione di Sarah Nile.

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