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Che pugno nello stomaco il post di Ema Stokholma: “Da quel ponte mia mamma mi disse di buttarmi”

Fanno malissimo le parole di Ema Stokholma sui social ma ci raccontano anche tanto di lei, di chi è stata e di chi è oggi

ema stokholma

E’ un pugno nello stomaco uno degli ultimi post che Ema Stokholma ha postato sui suoi profili social e che racconta tanto di lei. Della Ema di oggi ma soprattutto della Ema ragazzina, prima ancora bambina. Quella che ha vissuto una infanzia spaventosa, piena di botte e violenze psicologiche; quella che è stata costretta a scappare, appena ha potuto, alla ricerca di qualcosa, alla ricerca della vita, quella che non aveva mai vissuto prima.

In quei posti, gli stessi che hanno devastato la sua infanzia, Ema c’è tornata. Con accanto Angelo Madonia, suo sostegno. Perchè ha scelto di rivivere tutto, oggi, con nuove consapevolezze, oggi che Ema è amata e sa amare.

>>>>>>>> Ema Stokholma, l’unico testimone di tutto l’orrore vissuto è suo fratello

Il post di Ema Stokholma: un pugno nello stomaco

Le parole di Ema sono state queste, un duro, durissimo, racconto sui social:

Ho corso. In 20 minuti avevamo gia visto tutto. Chiusa la pratica. 30 anni che aspettavo questo momento e in manco mezz ora finiamo tutto e non se ne parla piu.
Seeee.
Non ci ero tornata piu a Romans sur isere. Che cazzo ci tornavo a fare in quel posto dove ero nata, cresciuta, dove ero quasi morta?
Quasi 30 anni fa in una peugeot 106 insieme a mia madre e mio fratello cercavamo una nuova vita. Pochi anni dopo quella partenza scappavo di casa per non tornarci mai piu, scegliendo l’italia come un pomodoro sceglie lo spaghetto, perche questa nuova vita non l’avevo trovata io, e la violenza degli anni passati non era rimasta in quella cittadina del sud della francia ma era salita con noi sulla peugeot e se fosse stata una citroen sarebbe stato lo stesso.
Beh mi sono presa il mio tempo, come quando leggi un libro non da solo ma in due e devi sempre aspettare che sia il momento giusto anche per l’altra persona per iniziare un nuovo capitolo.
Quindi 30 anni dopo sono in quelle strade e sto correndo come quando non mangi da troppe ore e ti ingozzi, ma non senti i sapori ti riempi e basta. Ho troppa fame e ho desiderato questo pasto da talmente tanto tempo che ora non mi rendo neanche conto che sono gia alla scarpetta. Sto correndo per le stesse strade dove correva mio fratello anche se a me diceva che camminava veloce ma io avevo il fiattone per seguirlo.
quelle strade le ho percorse senza vestiti nuda come un bruco verme quando scappavo dalle botte.
Da quel ponte mia madre mi disse di buttarmi, oggi non so perche instintivamente ci ho sputtato nell’ acqua, davanti a Angelo Madonia che mi guardava incredulo.
Strano come i ricordi siano selettivi. Immagini quotidiane ma insignificanti ti si imprimono in un angolo della testa o della pancia e non sai perchè.

E poi ha concluso, raccontandosi, aprendosi con chi la segue, e spiegando che cosa ha provato dopo questo viaggio nel passato:

È rimasta l’insegna Annie boutique di un negozio che era un fantasma gia quando c ero io
Il poster con l’asino disegnato a fumetto sulla vetrina della librreria che non si sa per quale motivo non lo hanno tolto dal 1990, quasi a dire: vieni qua e pensi di emozionarti per casa tua invece ti faro piangere io, che sono solo uno stupido poster.
Oggi La casa è vuota, in affitto,
era vuota pure quando ci stavamo noi dentro.
Sono stata dove da bambina non pensavo di aver un oggi, insieme a Angelo e Jordan, come per dire guarda che sei viva e che stai alla grande, guarda che stringerai i denti e diventerai sensibile.
La verità? Ho vomitato tutta la notte.

Tra i commenti sotto al post quello di una delle sue migliori amiche, Andrea Delogu, che le ha scritto: “Il cerchio si è chiuso e ora ne aprirai mille e mille ancora e ci giocherai e sarà bellissimo. Questa è la mia amica, l’amica che ha più coraggio di quello che pensa e che cambia le cose sempre in meglio anche se non lo sa. Ti amo“.

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