Il figlio di Sal Da Vinci vittima di una rapina brutale, l’artista è sconvolto
Francesco, il figlio di Sal Da Vinci, è stato vittima di una rapina a dir poco brutale. Padre e figlio raccontano tutto
Solo ieri sera tardi Sal Da Vinci è riuscito a raccogliere i pensieri e le emozioni e a parlare della rapina che ha visto vittima suo figlio. Francesco Da Vinci aveva già raccontato tutto sul suo profilo social ma ovviamente è con il lungo post di Sal Da Vinci che tutti sono venuti a conoscenza di quanto accaduto. Il noto artista tornava a casa dopo avere assistito al concerto di Renato Zero, in piena notte ha ricevuto la telefonata di suo figlio. Francesco aveva bisogno di essere rassicurato, lui l’ha fatto ma mentre suo figlio gli raccontava della brutale rapina si sentiva morire. Era vivo ma era impossibile non pensare al peggio. “Ho atteso molto prima di scrivere questo messaggio, ero combattuto dalla rabbia, dallo sconforto, dalla paura, in una serata gioiosa passare nel terrore é un attimo!” scrive il cantante e attore. Racconta della gioia del concerto e dei festeggiamenti in arrivo per il Napoli, poi il terrore.
Sal Da Vinci racconta della rapina al figlio Francesco
“Mi arriva una telefonata di mio figlio in piena notte, terrorizzato per quello che gli era accaduto, lui parlava ed io morivo, ma allo stesso tempo provavo una sensazione di felicità, grazie a Dio, sentivo la sua voce, sapevo che stava rientrando a casa sano e salvo, cercavo di rassicurarlo, di proteggerlo, di calmarlo, purtroppo ci sono riuscito in parte, forse é ancora presto, sono momenti che ti lasciano un segno, é non sempre riesci a superarli velocemente!”.
Parla dei tre malviventi: “Tre giovani smarriti, senza sogni, senza una guida, percorrere una vita malsana é inutile, si, perché ci sono anche quei momenti della nostra vita che senza sogni diventa buia, la colpa é nostra, di questa società sorda, muta, miope, i ragazzi sono il nostro domani, noi genitori, abbiamo il dovere di accompagnarli nel posto migliore, la scuola ha un compito importante, scuola e famiglia devono viaggiare sullo stesso binario, non amo uno stato di polizia, non amo la repressione, non accetterei di vivere in trincea, amo solo la libertà, desidero solo un futuro migliore per tutti, e soprattutto sono preoccupato del falsi modelli di cui sono vittime i giovani…”.
Il racconto di Francesco Da Vinci
“Stiamo vivendo giorni di festa per l’arrivo del tanto atteso scudetto del Napoli, ma anziché goderci tutto ció purtroppo dobbiamo convivere con certe persone che continuano a distruggere questa città – ricorda quei momenti terribili – Sono vittima di una rapina brutale: Ore 00:20 di questa notte, ero all’esterno di un noto ristorante a Napoli insieme ad un amico e dopo aver cenato ci eravamo appena seduti in auto per rientrare… arriva uno scooter nero, senza targa, con tre individui muniti di passamontagna e caschi integrali, sbattono le pistole contro i vetri, scendiamo dall’auto e mi puntano esattamente tre pistole alla testa mettendo addirittura il colpo in canna. Tutto questo per un orologio bulgari… Ho rischiato la vita… la brutalità di tutto l’accaduto davanti a tante persone li presenti”.
In quel momento era al telefono con sua moglie. “Dell’orologio e dei soldi mi importa poco, anche se qualsiasi lavoratore del mondo si suda il pane tutti i giorni e noi a differenza vostra non rubiamo, e seconda cosa lo spavento più grande era quello di non rivedere la mia famiglia. Non vi auguro il male, ma di passare un brutto momento come l’ho vissuto io in quei pochi minuti per farvi capire quanto siete l’immondizia umana”.