Riscaldatore di tabacco: che cos’è e come funziona
Tutto quello che c'è da sapere sul riscaldatore di tabacco, ecco come funziona
I dispositivi a tabacco riscaldato hanno fatto il proprio ingresso nel mercato dei prodotti per fumatori in tempi piuttosto recenti, suscitando crescente interesse presso i consumatori di tabacco. Secondo i dati sul fumo in Italia diffusi a maggio scorso dall’istituto Superiore di Sanità, i THP (acronimo di ‘Tobacco Heating Product’, ovvero ‘riscaldatore di tabacco’) sono utilizzati “abitualmente o occasionalmente dal 3,3% della popolazione italiana, circa 1.700.000 persone”; nella nota si legge anche che “il loro consumo è triplicato, passando dall’ 1,1% nel 2019 al 3,3% nel 2022”.
L’Istituto fa riferimento a questo genere di dispositivi come “sigarette a tabacco riscaldato”, contribuendo ad alimentare una certa confusione circa le caratteristiche tecnologiche e il funzionamento dei THP, spesso equiparate erroneamente alle sigarette elettroniche. In questo articolo, vediamo tutto quello che c’è da sapere sui dispositivi a tabacco riscaldato dal punto di vista tecnico e non solo.
Cos’è un dispositivo a tabacco riscaldato
La sigla THP, così come l’acronimo HTP (‘Heating Tobacco Product’), viene utilizzata a livello commerciale per identificare una precisa categoria di dispositivi elettrici che – sfruttando tecnologie differenti – producono il calore necessario a scaldare una miscela di tabacco (sotto forma di stick). Il risultato è un aerosol di tabacco che contiene nicotina arricchita, eventualmente, da fragranze e aromi di vario tipo. Questo aspetto rappresenta la principale differenza rispetto alle sigarette elettroniche (e-cig), le quali utilizzano un atomizzatore per trasformare una soluzione liquida in aerosol.
Come funziona un THP
In commercio esistono numerosi modelli di riscaldatori di tabacco, diversi per design e funzionalità. Un’altra caratteristica che contraddistingue i dispositivi di questo tipo è la tecnologia impiegata per riscaldare la miscela di tabacco.
La maggior parte dei device è dotata di un sistema resistivo (il calore viene prodotto mediante una resistenza elettrica); alcuni produttori, invece, hanno messo a punto una tecnologia a induzione. È il caso, ad esempio, di BAT (British American Tobacco), che nei THP a marchio glo™ impiega un particolare sistema induttivo, per cui il calore generato dal riscaldatore di tabacco viene convogliato da una bobina avvolta attorno alla camera di riscaldamento. Grazie ad appositi sensori e ad un sistema di monitoraggio, il dispositivo è in grado di controllare la temperatura, in modo tale da impedire il surriscaldamento e la successiva combustione del tabacco.
A differenza di quanto accade con i tradizionali prodotti per fumatori, infatti, in quelli a tabacco riscaldato non avviene alcun processo di combustione; la miscela è esposta a temperature molto elevate (al di sotto dei 300°), sufficienti a produrre il vapore con il quale il dispositivo permette di simulare la ‘fumata’ di una comune sigaretta, ma non a bruciare la miscela.
Nel panorama dei THP figurano anche prodotti in cui il tabacco viene riscaldato con tecnologie diverse; i dispositivi ‘carbon heated’, per esempio, sono dotati di un substrato di carbone, riscaldato elettricamente, che convoglia indirettamente il calore al tabacco. Altri dispositivi funzionano sulla base di un principio analogo, ma sfruttando un aerosol anziché il carbone.
Differenze tra THP e sigaretta tradizionale
La sostanziale differenza che intercorre tra una comune sigaretta e un riscaldatore di tabacco è l’assenza di combustione. Per quanto possa sembrare una sottigliezza, in realtà non lo è: l’abbruciamento del tabacco, e dell’involucro cartaceo in cui è contenuto, oltre a produrre cenere, determina il rilascio di sostanze tossiche e cancerogene al quale, inevitabilmente, il fumatore è esposto.
Un THP, invece, non produce rifiuti materiali e sprigiona una minor quantità di fumo; grazie alla presenza di aromi nella miscela di tabacco, l’odore risulta meno forte e non penetra nei capelli, nei tessuti e non resta sulle mani, come invece accade a chi fuma una sigaretta tradizionale.