Georgette Polizzi in ospedale per combattere la sclerosi multipla: “E’ tornata”
Georgette Polizzi deve di nuovo fare i conti con la sua malattia e dopo due anni torna in ospedale per la terapia contro la sclerosi multipla
In realtà la sclerosi multipla non aveva mai lasciato Georgette Polizzi ma soprattutto durante la gravidanza lei aveva spesso potuto dimenticare la sua malattia. Ieri ha avvisato i suoi follower che oggi sarebbe andata all’alba in ospedale, un giorno importante con il primo ciclo di terapia dopo la gravidanza. Una terapia di circa 6 ore per Georgette Polizzi che chiama la sclerosi multipla “la bastarda”. L’ultima volta che la Polizzi si era sottoposta alla terapia è stato due anni fa prima di iniziare il percorso che le ha poi permesso di diventare mamma della sua bellissima Sole. Era agitata Georgette ma sapendo che l’aspettava sua figlia a casa è riuscita a mettere tutto in secondo piano. Come sempre ha scelto di condividere tutto ancora una volta sui social, perché così si sente più forte ma anche perché sa che ci sono tante persone che come lei devono combattere contro la sua stessa malattia.
Georgette Polizzi: “E anche questa volta abbiamo vinto”
“La prima parte è andata” scrive Georgette mostrandosi su quella sedia che tanto teme ma che ogni volta la rende più forte. “Qualche leggero effetto collaterale gestito con l’antistaminico, ma tutto è andato per il meglio. Ora mi attende la seconda parte il 21. (Sempre il 21 nella mia vita)”.
Ringrazia il reparto sclerosi multipla dell’ospedale San Bortolo: “Qui sono tutti speciali e dediti. Grazie a te Ely che ti prendi sempre cura di me e sei ormai il mio angelo custode”.
Ad aiutarla durane le 6 ore sue marito Davide Tresse che non l’ha lasciata un attimo e le foto che le arrivavano da casa, le immagini della sua bambina: “Comunque mentre ero qui mi sono arrivate le foto da casa e Sole ha perso il moncone ombelicale, io super emozionata perché è uno step importante.
Ora corro a casa da lei. Grazie per tutti i vostri messaggi e grazie perché siete la mia tribù di pollini di cuore”.