Massimo Giletti inviato di guerra per una sera a Odessa. Gli spettatori lo attaccano: “sciacallo”
Massimo Giletti va in Ucraina: inviato di guerra per una sera a Non è l'Arena ma il pubblico non apprezza, anzi
“La cosa più inquietante è che vedi Giletti a Odessa che dovrebbe raccontare la guerra e improvvisamente sembra tutto il set di un film di serie b” questo è un commento di Selvaggi Lucarelli, un tweet di ieri sera, pubblicato mentre andava in onda la puntata de Non è l’Arena con Massimo Giletti in diretta da Odessa, in Ucraina. La giornalista, non è stata la sola a esprimersi in questi termini contro il conduttore del programma di La7. Se fosse stata l’unica, non ci sarebbe stato nulla di cui meravigliarsi, visti i trascorsi tra i due che sono passati dal c’eravamo tanto amati, al divorzio con addebito. Mentre Non è l’Arena andava in onda ieri, il pubblico ha iniziato a commentare su quanto stava vedendo, e su ogni dieci tweets in rete, 9 erano di persone scioccate, da quello che stava andando in onda in diretta su La7. Massimo Giletti, ha festeggiato, se così possiamo dire, i suoi 60 anni in guerra, con casco in mano e giubbino anti proiettile sotto il cielo dell’Ucraina. Ha scelto di andare lì, a Odessa, perchè un giornalista solo sul campo può raccontare la guerra. Peccato che i toni e il modo scelti da Giletti, non abbiano convinto il pubblico a casa che ha trovato tutto, troppo. Ostentare, attirare l’attenzione, raccontare con banalità e retorica, mentre lì ci sono persone che perdono la vita: queste sono state alcune delle accuse rivolte a Massimo Giletti.
“Un giorno qualcuno ci spiegherà come abbiamo fatto a passare da Enzo Biagi e Sergio Zavoli a Giordano e Giletti” ha scritto uno spettatore sui social, mentre andava in onda la puntata di ieri di Non è l’Arena, un sentimento, a quanto pare, condiviso.
Massimo Giletti inviato di Guerra a Odessa
“Non è che se vai a #Odessa sei un inviato di guerra. Se racconti senza un briciolo di compostezza, empatia, intelligenza e persino grazia nel dolore, se dici sempre “io, io”, se cerchi il dettaglio raccapricciante non sei un bravo giornalista, fai avanspettacolo” si legge su Twitter. Sia chiaro, i social non sono la Bibbia, anzi. Tutto il contrario. Ma davvero, per trovare qualcuno che abbia compreso il senso di quello che si è visto ieri in tv, è difficile. Perchè il problema è il come Giletti ha raccontato la guerra, quella spettacolarizzazione, che il pubblico davvero, non riesce ad apprezzare. “Credo che la puntata di Non è l’Arena con Giletti in onda da Odessa e i servizi che mostrano e indugiano sui cadaveri ai bordi delle strade sia il punto più basso mai raggiunto dal giornalismo televisivo italiano” ha scritto un’altra spettatrice. “Sciacallaggio. Spettacolarizzazione della guerra. Penso che #la7 stasera abbia raggiunto il punto più basso. C’è modo e modo per raccontare la morte. E non è come lo fa #Giletti” è un altro dei tweet più “teneri” postati ieri sera, mentre la puntata di Non è l’Arena andava in onda.
Il coraggio di essere un inviato di guerra: “Non ho mai visto nessun giornalista inviato di guerra dichiarare davanti ad una telecamera di avere coraggio ad essere dov’è. Giletti in diretta da Odessa con sacchi di sabbia dietro di sé si autopompa dicendo di avere coraggio. Che spettacolo! Perché è spettacolo no?“.