Sinead O’Connor minaccia il suicidio dopo la morte del figlio: “E’ colpa mia”
Sinead O'Connor sente tutto il peso per la morte del figlio. Dopo avere minacciato il suicidio l'hanno portata in ospedale
Minacce di suicidio e autodistruzione, dopo la morte del figlio Sinead O’Connor desidera solo morire. Shane aveva solo 17 anni, si è impiccato e dal momento in cui la cantante ha avuto la tragica notizia ha iniziato a scrivere una serie di messaggi su Twitter che dicevano già molto sul suo stato. Sinead O’Connor era ovviamente sconvolta ma sola, almeno così ha raccontato dopo, sempre su Twitter. In un primo momento sembrava poco consapevole della tragedia ma con il passare dei giorni ha realizzato tutto. Con una serie di tweet angoscianti la cantante è passata dal dispiacere per il padre di Shane che aveva perso un figlio al rivelare le ultime volontà del ragazzo, quelle per il suo funerale. Messaggi che hanno sconvolto tutti, fino alla minaccia di uccidersi perché ha distrutto la sua famiglia, perché è colpa sua se Shane si è suicidato, perché nessuno vuole starle accanto, certa che è questo che merita.
Sinead O’Connor in ospedale dopo le minacce di suicidio
Vuole seguire suo figlio, questo scrive allarmando chi corre da lei per portarla in ospedale. Sinead però scrive ancora e per l’ennesima volta che desidera la morte, dice che tutto è solo rinviato.
“Ho deciso di seguire mio figlio. Non ha senso vivere senza di lui. Tutto ciò che tocco, lo rovino. Sono rimasta solo per lui. E ora se n’è andato. Ho distrutto la mia famiglia. I miei figli non vogliono conoscermi. Sono una persona di me**a. E voi tutti pensate che io sia carina solo perché so cantare. Non lo sono” è solo uno dei tanti messaggi.
Prova odio per se stessa, adesso è sola senza suo figlio. “Non merito di vivere e tutti quelli che mi conoscono staranno meglio senza di me. Mi dispiace per tutto il danno che ho causato. Mi dispiace. Non avrei dovuto dirlo. Sono con i poliziotti ora in viaggio per l’ospedale. Mi dispiace di aver sconvolto tutti. Sono persa senza mio figlio e mi odio. L’ospedale mi aiuterà un po’. Ma troverò Shane. Sto solo ritardando”.
Tre giorni da sola senza nessuno accanto, questo ha raccontato dopo la morte del figlio, comprendendo chi non vuole starle accanto: “La morte di Shane non è colpa di nessuno, ma mia. Non voglio essere in un mondo senza il mio Shane e senza gli altri miei figli. Non merito di vivere. È colpa mia. Di nessun altro”.