Roby Facchinetti riunisce la famiglia, per sostenere Francesco scrive una lettera
Roby Facchinetti incontra suo figlio Francesco dopo l'aggressione e chiede di fermare Conor McGregor
Riunione di famiglia ieri per Roby Facchinetti che è riuscito ad incontrare tutti anche e soprattutto per sostenere Francesco. Ovvia la preoccupazione del cantante e tastierista dei Pooh per suo figlio che da quando è stato aggredito da Conor McGregor deve portare un collare per gran parte del giorno e per più di due settimane. Felice Francesco Facchinetti della riunione organizzata dal padre, è stata una bella serata, come commentano entrambi sui social. Il produttore prende in giro suo padre che dopo avere seguito la partita della sua squadra del cuore si è spento per la sconfitta. Momenti che rallegrano la famiglia ma Roby non può non dire la sua sull’aggressione subita da suo figlio. Mentre in tanti criticano Francesco per i motivi più assurdi, lui chiede di fermare McGregor perché quel pugno poteva uccidere suo figlio.
La lettera di Roby Facchinetti: “Non oso fare prediche ma condivido un ragionamento”
“Cari amici,
avrete tutti saputo dell’incresciosa vicenda che ha visto mio figlio Francesco subire l’immotivata violenza di Conor McGregor.
Sinora ho preferito tacere, in merito; e certo non oso fare prediche.
Però, anche e soprattutto da padre, sento il dovere di condividere con voi un ragionamento che credo necessario, e che anche pugili professionisti hanno già esposto ai media”
Inizia la sua riflessione Roby Facchinetti che prosegue: “Una persona che fa, di professione, il lottatore, possiede inevitabilmente una forza notevole, e sa come adoperarla per ottenere il massimo nei combattimenti. Ciò comporta, però, che tale persona debba anche rendersi conto delle responsabilità che, in merito alla sua forza, l’investono nella vita d’ogni giorno; e soprattutto debba aver chiaro in mente come misurare questa sua arma, nella vita quotidiana e davanti ad altri che non la posseggono per mestiere”.
E’ una lettera lunga: “Invece, a prescindere da ogni considerazione ulteriore, nel caso della colluttazione con mio figlio, se Francesco non avesse incontrato a rallentarlo prima un tavolino e poi una sedia, la sua caduta a terra si sarebbe trasformata di colpo in tragedia” in questo modo soddisfa anche parte della curiosità di chi chiede come abbia fatto a non cadere.
“È stato un episodio gravissimo, insomma, e questo va detto a prescindere da protagonisti e contesti… Ecco: io auspico che qualcuno faccia qualcosa, nei confronti di questo signore. È chiaro quanto sia pericoloso, e mi fa paura pensare che prima o poi il suo comportamento possa, inevitabilmente, causare qualcosa di irreparabile.
Dico solo questo: fermatelo, per favore”.