Andrea Mainardi, l’addio al padre in un “Ti voglio bene”
Il colore nero che esprime tutto il dolore di Andrea Mainardi, accanto l'addio al padre con le parole più semplici
Tre post con le stesse parole, l’addio di Andrea Mainardi a suo padre, due immagini nere, al centro una foto della sua famiglia. C’è tutto il dolore di Andrea in uno spazio che in questo momento lo invade ma che gli dà anche la forza di scrivere una lettera al suo papà, di dirgli ancora una volta “Ti voglio bene”, di raccontare perché quelle parole le ha dette poche volte, le ha sentite dire dal suo papà poche volte. “Un rapporto tra uomini, una pacca sulla spalla, un bravo quando meritato e quell’educazione di una volta” sono tanti i figli che si riconoscono in queste parole di Mainardi, nelle frasi che rivolge a suo padre raccontando di uno dei legami più profondi. A dare la notizia della morte del padre di Andrea Mainardi era stata Antonella Clerici, tutti abbiamo rivolto un abbraccio allo chef sperando di asciugargli le lacrime. Un dolore che in questo momento è stato ancora più forte ma Andrea non ne parla, era pronto a dirgli addio o forse non lo sarà mai.
LA LETTERA DI ADDIO DI ANDREA MAINARDI A SUO PADRE
“Caro papà tra noi c’è sempre stato un rapporto tra uomini, una pacca sulla spalla, un bravo quando meritato e quella educazione di una volta, un po’ fredda, rigorsa, per imprimermi i valori della vita. Hai vissuto per la nostra famiglia, ci sei sempre stato, e a me e alla mamma non hai mai fatto mancare niente. La passione per le macchine potenti, la passione per l’alta gastronomia, la passione per i viaggi, accompagnarmi nelle scelte della vita, credere sempre nelle mie capacità, il sempre dritto all’obiettivo soprattutto dopo una caduta, il rispetto per gli altri, il grande amore per la mamma… mi stanno scorrendo nella testa tanti ricordi ed episodi ma uno in particolare”.
Era malato da tempo il suo papà, le lacrime di Andrea le abbiamo viste anche al GF scoprendo una persona meravigliosa: “L’anno scorso al mio rientro dal GF quell’abbraccio e quel Ti voglio bene che mai nella vita ci eravamo espressamente dati e detti. Era anche un GRAZIE che non ho avuto le palle di dirti per quel maledetto orgoglio. Eri malato da tempo, hai sofferto tantissimo, ti avevano dato sei mesi e sei rimasto con forza per più di quattro anni. Ero pronto ma in verità non lo ero e non lo sono tutt’ora, una sensazione tremenda ma con la consapevolezza che sei e sarai sempre dento di me. Ciao papà, TI VOGLIO BENE”.