Le Iene, quanto ci conosce Google? Alla scoperta dei motori di ricerca
Servizio molto interessante de Le Iene sui motori di ricerca: ecco tutto quello che Google sa di noi
Le Iene hanno mandato in onda un servizio molto interessante sui motori di ricerca nella puntata in onda il 25 febbraio 2020. La domanda è molto semplice: quanto i motori di ricerca sanno di noi, come fanno a conoscere le nostre abitudini?
Sappiamo che Android è stato multato perché sui suoi dispositivi che sono di Google è già impostato Google come motore di ricerca. In questo non c’è concorrenza. Nicolò De Devitiis ha fatto delle prove su tutti i motori di ricerca. La iena ha mostrato che Google è utilizzato dal 90% degli europei e dal 95% degli italiani. Nicolò ha incontrato alcuni esperti del settore e alcuni dirigenti dei motori di ricerca per capire meglio le differenze che ci sono. Il presidente di Qwant, motore francese, ha spiegato che un motore che non traccia rispetta la privacy mentre Google fa l’esatto contrario.
Le Iene spiegano Google e i motori di ricerca: tra privacy e profili schedati
La iena ha contattato anche il fondatore del motore di ricerca Ecosia che ha base a Berlino. Questo motore di ricerca funziona come Google solo che a differenza di Google, i guadagni di Ecosia sono destinati ad alberi da piantare. Anche questo motore di ricerca però tiene molto alla privacy dei clienti e non conserva il profilo degli stessi. La iena ha incontrato pure Bing, il motore di ricerca di Microsoft, che riesce a rispondere direttamente dalla barretta bianca alle esigenze del cliente, praticamente come Google. Bing profila gli utenti e utilizza le pubblicità a seconda degli interessi degli utenti.
Marco Montemagno, imprenditore digitale, ha spiegato a Le Iene che le ricerche di Google non sono mai uguali ma variano da persona a persona. Ad esempio, se si utilizza un iPhone per fare una ricerca, Google sa che quel cliente può spendere di più e propone delle determinate promozioni. Se invece lo smartphone è più economico non vengono nemmeno mostrate le offerte di lusso. Praticamente quello che il motore di ricerca fa è mostrare i siti a secondo degli interessi e questo significa che l’utente sarà ‘più a suo agio’ e resterà di più su quel motore. E quel motore automaticamente guadagnerà di più andando a creare una bolla.
Le Iene, Google sa tutto di noi: l’analisi sul motore di ricerca
E passiamo ai cookie. C’è pure da aggiungere che se io faccio un viaggio, sui social network compaiono contenuti similari o relativi a quel viaggio. I dati dell’itinerario sono conservati se l’utente utilizza Google maps. Questi dati possono anche essere rivenduti e poi riutilizzati senza che il cliente lo sappia.
Il vero business di Google è comunque quello di vendere pubblicità. Google cerca di trovare un bilanciamento tra gli interessi degli utenti e i suoi ovvi interessi grazie a cui guadagna di più. Questo vale anche per Amazon e Apple. Ma Google che cosa sa realmente degli utenti? Digitando adsetings sul motore si possono personalizzare gli annunci di Google. In questo modo si possono attivare o disattivare le pubblicità. Sulla stessa pagina si può anche vedere tutto quello che Google sa sull’utente. Dall’età al sesso fino alle preferenze sugli acquisti e persino tutti gli accessi a Whatsapp. Se dal cellulare si ha un contatto diretto con la banca, Google può vedere anche gli investimenti. Cercando Google takeout si può vedere cosa si è fatto su internet. Se si chiede di esportare tutto, dopo qualche ora arriva una cartella con tantissimi dati relativi alle proprie informazioni. La stessa cosa si può fare con le impostazioni di Facebook.
Insomma, Google, così come Bing, Virgilio e tanti altri profilano gli utenti al contrario di motori di ricerca come Ecosia, Qwant e molti altri. Bisogna dunque saper scegliere bene il motore che si decide di utilizzare e fare molta attenzione.