Le pensioni dei vip delusi, da Enzo Paolo Turchi a Wilma De Angelis
Le pensioni vip da Enzo Paolo Turchi a Wilma De Angelis, la rivista Spy rivela gli assegni mensili
E’ la rivista Spy a rivelare quanto ricevono di pensione alcuni vip, tra questi Enzo Paolo Turchi, Wilma De Angelis, Giucas Casella, Edoardo Vianello e Margherita Fumero, quasi tutti delusi e tutti perché hanno versato più contributi rispetto a quanto oggi ricevono ogni mese. Nessuno di loro lamenta di non riuscire a sopravvivere ma non è merito certo della pensione. Dopo 50 anni di carriera molti artisti si ritrovano a fare i conti con una pensione troppo bassa. Molti pensavano che avrebbero avuto diritto a più soldi, invece ad esempio Enzo Paolo Turchi rivela di ricevere 740 euro al mese. Il marito di Carmen Russo, da sempre ballerino e coreografo, ci è rimasto davvero molto male e non per una questione di soldi, o forse non solo per quello, ma “per etica professionale”. Sottolinea alla rivista Spy che non è in miseria ma che non si può trattare un artista famoso in questo modo, con una pensione che è una vera elemosina. “Tutti i miei contributi sono spariti, la ritengo un’offesa”. Tra impresari disonesti e regole troppo antiquate sembra che tutti abbiamo versato più contributi rispetto a ciò che ricevono o riceveranno a fine carriera.
BASSE LE PENSIONI PER I VIP CHE HANNO SEMPRE VERSATO I CONTRIBUTI E OGGI SPIEGANO LA LORO DELUSIONE
Giucas Casella prende 800 euro ogni mese, somma che definisce ridicola ribadendo anche lui la quantità di contributi versati negli anni. Pensa di agire con un ricorso e intanto ringrazia se stesso per avere messo soldi da parte “perché solo con la pensione ora sarebbe impossibile vivere”.(Mara Venier perdona Giucasa Casella dopo un anno) Wilma De Angelis è nella stessa situazione, anche per la cantante e conduttrice ci sono 800 euro di assegno vitalizio al mese: “Quando sono andata a richiedere la pensione non avevo neppure 1600 giornate lavorative versate in tutta la mia vita, eppure ho cominciato a lavorare a 16 anni – ma racconta – I diciotto anni a Telemontecarlo sono andati quasi tutti persi: la sede allora era proprio a Montecarlo e non avevano l’obbligo di versare i contributi a chi lavorava in Italia. Questo mi ha un po’ fregata, ma non faccio nessun pianto”. Poi c’è Margherita Fumero con i suoi 897 euro al mese che spiega di avere sempre versato tutto, di non avere mai lavorato in nero ma che prima esisteva un tetto per gli artisti: “potevi anche guadagnare 5 milioni di lire al giorno, ma non potevi versarne più di 300 mila. Infatti, chi ha questi problemi sono i cantanti e gli attori di cinema, che magari guadagnavano tanto, ma in poche giornate lavorative”. Il più “ricco” in pensione è Edoardo Vianello con 1.300 euro al mese ma anche lui ha un problema: “Essendo un socio Siae per tutta la mia carriera ho versato una trattenuta del 4% sui diritti annuali delle mie canzoni. Questo serviva per ricevere un assegno di solidarietà di 485 euro al mese, una sorta di pensione riconosciuta solo ai soci e sostenuta da un fondo finanziato dalle nostre trattenute – ma ecco cosa è successo sette anni fa – con un colpo di mano questo assegno è stato abolito e mai più reintrodotto”.
Riceviamo questa rettifica e pubblichiamo
In relazione alle anticipazioni riportate sul vostro sito di un articolo che sarà pubblicato sul numero del magazine “Spy”, in edicola domani, è doveroso fare alcune precisazioni in merito alle dichiarazioni rilasciate da Edoardo Vianello a proposito dell’assegno di solidarietà SIAE.
Nel 2012, con uno specifico Regolamento introdotto dal Commissario Straordinario, sono state eliminate le forme solidaristiche precedentemente realizzate dalla Società in quanto ritenute dalle autorità di vigilanza inattuabili perchè assimilabili a prestazioni di tipo previdenziale che SIAE non era autorizzata ad erogare. Per sopperire a questa eliminazione, SIAE promuove però forme di solidarietà nei confronti dei propri associati secondo criteri e modalità stabiliti dallo stesso Regolamento. Tale attività di tipo solidaristico si basa su criteri legati all’età anagrafica, all’anzianità, alla professionalità dell’autore richiedente e al fatto che il reddito da diritto d’autore maturato dall’associato risultasse costante nel tempo. Quest’ultimo requisito rappresenta un parametro oggettivo ed è indice che l’attività autorale svolta sia prevalente.
E’ importante sottolineare inoltre che negli ultimi anni il Consiglio di Sorveglianza SIAE ha aumentato le prestazioni solidaristiche a sostegno di tutti gli associati che versano in condizioni di difficoltà.
Ufficio Stampa. SIAE Società Italiana degli Autori ed Editori.
Cordiali saluti