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Fiume Triversa, canoisti trovano il tesoro del diavolo: antichi oggetti in argento

Alcuni canoisti trovano il tesoro del diavolo nei fondali del fiume triversa. Si tratta di antichi oggetti in argento

Due canoisti trovano il famoso tesoro del diavolo. Si tratta di antichi oggetti in argento trovati sul fiume Triversa. A fare la particolare scoperta sono stati due giovani canoisti: Marco Magrini di Villafranca e Andrea Nosenzo di Asti. I ragazzi hanno trovato sul fondo del fiume Triversa un tesoro in argento. Si tratta di 6 kg. di vasi antichi, ma anche bicchieri, tazze, piatti e vassoi. Gli oggetti si trovavano chiusi all’interno di un sacco gettato sul fondo del fiume Triversa: uno degli affluenti del Tanaro. I due canoisti hanno trovato il tesoro sotto un ponte che collega Tigliole e Baldicheri. Il sacco è stato consegnato ai carabinieri e se nessuno dovesse reclamarlo entro un anno, sarà di proprietà dei due.

Dopo la scoperta, molti si sono domandati cosa ci facessero gli antichi vasi in argento sul fondo del fiume. Le prime ipotesi indicano che si tratta del celebre tesoro del diavolo. Ovvero degli oggetti di proprietà di una setta religiosa radicale benevola a satana. Gli appartenenti alla setta vennero arrestati e dovettero liberarsi della refurtiva. Così, la gettarono nel fiume ripromettendosi di recuperarla non appena le acque si fossero calmate. C’è poi chi ipotizza che sia la refurtiva di un ladro costretto a nasconderla.

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Le leggende su questo tesoro abbondano e probabilmente la verità non salterà mai fuori. Dopo la notizia è probabile che più di qualcuno vada dai carabinieri per reclamare gli oggetti, ma dovrà dimostrare che sono effettivamente appartenuti a lui. Se l’ipotesi che si tratti del tesoro del diavolo sia veritiera, invece, difficilmente qualcuno si presenterà dai carabinieri. A ogni modo, due canoisti guadano il fiume per divertimento e finiscono per trovare degli antichi vasi in argento. Li consegnano alle autorità e se entro un anno nessuno si farà vivo, diventeranno di loro proprietà.



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