Facebook: le dieci cose da non fare
Facebook è diventato una sorta di mania per alcuni. In particolare, esistono 10 cose che andrebbero evitate
Facebook è il social network più utilizzato da tutti e molti lo vivono come una sorta di diario da condividere con tutti gli amici. Purtroppo, però, c’è chi abusa della sua funzione e chi non riesce a darsi un freno. Si cerca a tutti i costi di metter in vetrina la propria vita, come se fosse importante per ogni cosa quel “like” del nostro amico. In particolare, esistono una serie di comportamenti alquanto irritanti, attuati da chi non riesce a imporsi dei limiti. Ecco quali sono le dieci cose da non fare su Facebook. Evitare di inviare i messaggi privati di gruppo. Niente di più fastidioso che ritrovarsi ogni secondo una notifica per ogni persona che risponde al messaggio. Capita per le occasioni importanti, come un compleanno o una festa, dove risulta appunto più comodo, raggruppare tutti gli amici per renderli partecipi dell’evento. Tutto questo trova solo una risposta che accomuna un po’ tutti: abbandonare la conversazione.
Gli aggiornamenti. Ma in fondo a chi interessano? Andrebbero evitati senz’altro.
Esagerare nei tags. C’è chi ha la mania di taggare continuamente, in ogni momento, ogni luogo, ogni istante è sempre buono per taggare la persona che è insieme a noi in quel posto, o in quel momento. Per non parlare poi delle infinite notifiche di “like” alla foto, che in un primo momento si fanno piacere, ma poi snervano anche quelle. Insomma, un vero e proprio book fotografico, che a confronto un fotografo di professione può mettersi di lato.
La scrittura enigmatica. In effetti, non ha molto senso scrivere in maniera enigmatica, senza farsi capire da nessuno. Spesso lo si fa per attirare l’attenzione di chi ci legge e invogliarlo a domandarci il perché di quella frase: “Ehi, che succede?”.
L’utilizzo di hashtag. Anche questi, servono veramente a poco e snervano parecchio chi li legge.
Post troppo lunghi. C’è chi di fronte alla pagina di Facebook si sente particolarmente ispirato nella scrittura di un “poema”.
Scrivere in terza persona. Anche questo, che senso ha?
L’invito ai giochi. Molti non si rendono conto di esagerare con le richieste ai giochi. Bisogna anche accettare il fatto che magari non tutti siamo interessati e che quella continua notifica potrebbe stancare.
Fare la corsa per il necrologio. Sembra sia diventata una sorta di gara il dare la notizia sulla morte di un tizio. Spesso, infatti, non si conosce nemmeno lo sfortunato.
Scrivere post storici senza conoscere alla perfezione ciò di cui si sta parlando. Per molti è un modo per farsi vedere acculturati, ma prima sarebbe il caso di informarsi di più sull’argomento, per evitare brutte figure.