Dean Karnazes è l’uomo che può correre per sempre
Dean Karnazes è un'atleta californiano che può correre per tre giorni e tre notti di fila senza mai doversi fermare.
Dean Karnazes è un atleta californiano che è in grado di correre per tre giorni e tre notti di fila, senza mai doversi fermare. Pare infatti che questa sua caratteristica sia dovuta non solo ad un adeguato stile di vita, ma anche ad i suoi geni. Karnazes ha partecipato a diverse gare atletiche ritenute gare estreme, come ad esempio la maratona del Polo Sud in cui si corre in una situazione di freddo assoluto) e lui non ha mai sentito la necessità di doversi fermare neppure per un minimo crampo. Ha fatto 160 chilometri senza mai battere ciglio e senza fermarsi. Solitamente la fatica che porta a fermare una persona mentre si corre, è dovuta all’acido lattico prodotta nel nostro corpo. Ma lui non avverte alcun senso di fatica, ha detto infatti in un’intervista al Guardian: “A un certo grado di intensità ho come la sensazione che potrei andare a vanti a correre senza stancarmi. Non importa che tipo di sforzo faccio, i miei muscoli non si bloccano mai. Ho corso per tre giorni di seguito senza dormire. Ho anche provato sedute di sleep running, durante le quali mi addormentavo in movimento”. L’atleta ha capito di non essere come i suoi colleghi, quando è riuscito a preparare 50 maratone da correre in 50 giorni, in giro per gli Stati Uniti nel 2006. A quel punto si è rivolto ad un centro medico in Colorado dove hanno seguito tutti gli accertamenti su di lui e sono giunti alla conclusione che ha una rara soglia anaerobica, cioè quella che rappresenta il limite tra esercizio moderato ed esercizio intenso. Oltrepassata questa soglia, l’anidride carbonica, l’acido lattico e la ventilazione aumentano rapidamente, e questo non accade nel corpo di Dean Karnazes che ha una bassa produzione di acido lattico, il quale tra l’altro viene trasformato in energia spendibile durante le sue attività fisiche. Dunque anche i geni hanno fatto la sua parte nel corpo dell’atleta. Gli scienziati non hanno nascosto il desiderio di voler studiare anche il fratello dell’atleta, anche lui sportivo, per scoprire se questa questione dei geni è una cosa di famiglia o se su Dean in particolare si sia sviluppato maggiormente per il suo stile di vita.