Festa Unità di Italia, 150 anni di storia per pensare al futuro
1861, una data che sembra molto lontana, quasi che appartenga solo ai testi scolastici. In realtà a guardar meglio sono solo poche generazioni. Rimango assai stupito se penso che il mio bisnonno è nato nel regno delle due Sicilie. Queste quattro, cinque o sei generazioni ci appartengono. Siamo noi. E’la nostra storia. Si la nostra […]
1861, una data che sembra molto lontana, quasi che appartenga solo ai testi scolastici. In realtà a guardar meglio sono solo poche generazioni. Rimango assai stupito se penso che il mio bisnonno è nato nel regno delle due Sicilie. Queste quattro, cinque o sei generazioni ci appartengono. Siamo noi. E’la nostra storia. Si la nostra storia. Nonostante il senso di smarrimento, nonostante ci si interroghi ogni giorno sul perché questo Paese pare vada sempre più indietro, nonostante per qualcuno, oggi, non ci sia niente da festeggiare…
Questa mattina ho preso in mano il tricolore, la nostra bandiera. L’ho fissata per un po’. Non era poi così differente dagli altri stracci della mia cucina, in fin dei conti è solo un panno colorato. Poi ho pensato che quello stesso panno colorato è il simbolo che più ci unisce. Lo strumento attraverso il quale il singolo ha trovato lo slancio per superare ogni momento di questo secolo e mezzo. Il segno sotto il quale si riconosce una comunità. La stessa comunità che trasforma lo slancio del singolo in un progetto comune capace di guardare al futuro.
Oggi festeggiamo anche e soprattutto questo. Per la realizzazione di quei progetti, pensati in un passato storicamente recente, che ci permettono di essere qui ora. I sacrifici dei nostri genitori, dei nostri nonni, di tutte quelle persone che unite dal nostro tricolore si sono sapute risollevare dalla povertà dalla guerra e da tutti gli avvenimenti che, nel bene e nel male, hanno caratterizzato la storia di questa tortuosa ma affascinante penisola.
Per questo oggi tocca a noi risollevarci. Ritrovare lo slancio. Costruire anche noi, come i nostri predecessori, un futuro per chi verrà dopo. Nella speranza che fra altri 150 anni i nostri pronipoti possano vedere noi come noi vediamo oggi gli eroi del risorgimento.
Fabio Sciulli
Egr. Sciulli, lei mette il dito sulla piaga, quando afferma che tocca a noi riconoscerci nel tricolore.
L’Italia è stata fatta con la violenza, la corruzione, la camorra e la mafia. Se qualcosa dobbiamo festeggiare è la nostra volontà di abbattere questi fenomeni e non i falsi storici. Su questo mi trova daccordo. L’ieri è stato così, e oggi? Sembra che poco sia cambiato.
Io oggi ho guardato la mia bandiera duosiciliana listata a lutto, visto che il tricolore era dappertutto, ed ho rivolto una muta preghiera per tutti quei morti civili e militari del sud, dimenticati dalla storia e da qualunque shoah.