Matteo Messina Denaro ha cercato di scappare dalla clinica: parla la direttrice
Matteo Messina Denaro è stato arrestato: la direttrice della clinica racconta che cosa è successo, ha cercato di scappare
Stanno facendo il giro del mondo le immagini dell’arresto di Matteo Messina Denaro. Dopo 30 anni di latitanza oggi per l’Italia è un giorno storico. La caccia è finita: Matteo Messina Denaro era lì, nella sua terra, nella sua Sicilia, si confondeva tra i pazienti di una clinica, come se nulla fosse. Un innocuo vecchietto, un uomo come tanti. Ma non era così. A raccontare che cosa è successo la mattina del 16 gennaio 2024 nella clinica La Maddalena è la direttrice della struttura. Anche la donna spiega che mai nessuno avrebbe immaginato che in quel posto, c’era lui, Matteo Messina Denaro. Racconta però quello che è successo, quando le forze dell’ordine sono entrate nella clinica, il boss si è spaventato e ha anche cercato di scappare.
L’arresto di Matteo Messina Denaro: il boss ha tentato la fuga
Il racconto di Stefania Filosto, la direttrice della clinica inizia così: “Era in coda per fare un tampone, come tanti pazienti della clinica, nessuno avrebbe mai pensato che si trattasse di Matteo Messina Denaro . Confuso fra i pazienti, e coperto da un falso nome («Bonafede») in attesa nell’area esterna della clinica dove improvvisamente sono comparsi degli uomini armati alla vista dei quali il boss, ormai vecchio e malato, ha tentato di fuggire superando i cancelli fino a via San Lorenzo dove i carabinieri del Ros lo hanno acciuffato”.
È questo il primo racconto di Stefania Filosto, la proprietaria-direttrice della clinica la Maddalena dove Messina Denaro avrebbe voluto farsi sottoporre a un ciclo di chemioterapia dopo un’operazione a quanto pare subita non si sa dove un anno e mezzo fa. Oggi però le cose per lui non sono andate bene visto che le forze dell’ordine erano lì ad attenderlo, dopo aver studiato probabilmente per mesi il da farsi.
Il racconto della direttrice è andato avanti con queste parole: «I carabinieri sono stati bravissimi, senza creare alcun panico fra i pazienti e i famigliari che attendevano all’interno e all’esterno della struttura». «Tutto si è svolto in pochi minuti — spiega la donna — fino a quando quegli uomini armati sono riusciti a infilare il boss dentro un furgone alzando le dita in segno di vittoria come si sono messi a fare tanti pazienti nella clinica e io stessa che sono felice per questo arresto». La direttrice ha spiegato che hanno tutti visto correre quest’uomo ma che non si spiegavano che cosa stesse succedendo. Quando poi le forze dell’ordine hanno comunicato la notizia, c’è stato un pianto liberatorio, un pianto di felicità.