A Genova un ragazzo di 24 anni muore dopo 5 giorni di febbre alta: per lui nessun tampone
A Genova un ragazzo di 24 anni è morto: da giorni aveva la febbre e il suo medico chiedeva per lui un tampone che non è stato fatto
Notizie Flash- Ancora una brutta notizia dalla Liguria dopo il caso del macchino di 41 anni morto perchè non si era capito che era affetto da COVID19. Poche ancora le informazioni ma la storia che dobbiamo raccontarvi è davvero drammatica. Mentre in Italia ci si prepara alla fase 2, ancora continua a essere complicato poter fare un tampone. Un ragazzo di 24 anni è morto in casa questa mattina a Genova. Il giovane, che soffriva del morbo di Crohn, aveva la febbre alta da cinque giorni.
Il medico curante aveva chiesto nei giorni scorsi che il giovane venisse sottoposto a tampone, che verrà ora eseguito post mortem sulla salma. Sul posto sono intervenuti i medici del 118 e gli agenti del commissariato Centro e il medico curante.
Il ragazzo è stato trovato morto questa mattina nella casa in cui viveva.
CORONAVIRUS ULTIME NOTIZIE DALLA LIGURIA: 24ENNE MUORE SENZA TAMPONE
Il ragazzo per più di una settimana potrebbe esser rimasto a contatto anche con altri medici che lo hanno curato, oltre a esser stato vicino chiaramente ai suoi familiari che potrebbero essere, a questo punto, sottoposti a tampone qualora fosse accertato che il giovane è morto a causa del coronavirus.
Potrebbe esser aperta una indagine della magistratura per capire se siano stati fatti degli errori che potrebbero esser costati la vita al giovane 24enne ligure.
Nelle ultime ore si è parlato molto della Liguria in seguito a quello che è successo a Lavagna. Ieri, solo al terzo tamponesi è scoperta la positività di un paziente che è poi deceduto . Questa scoperta ha portato alla chiusura temporanea del reparto di Medicina, per sanificarlo. E al trasferimento dei ricoverati, tra cui 8 positivi.
Secondo il governatore Giovanni Toti l’obiettivo dei zero nuovi contagi in regione non sarà raggiunto prima di fine maggio (e con l’incognita delle riaperture nella “Fase 2”) e non a metà mese come da proiezioni dell’Istituto superiore di sanità .