Ultimissime

Il dolore del padre di Luca Sacchi a Porta a Porta: “Adesso mio figlio è un angelo”

Il dolore del papà di Luca Sacchi a Porta a Porta: adesso mio figlio è un angelo

Il volto segnato dal dolore, gli occhi lucidi di chi sta soffrendo e non ha risposte. E’ questa l’immagine di Alfonso Sacchi, il padre di Luca, nella sua intervista per Porta. Il 21 novembre, a un mese di distanza dall’omicidio di Luca, il papà del giovane romano freddato con un colpo di arma da fuoco davanti a un pub, racconta a Bruno Vespa e al pubblico di Porta a Porta, quello che lui e tutta la sua famiglia stanno vivendo. Un vero dramma e la forza per andare avanti gliela dà Luca che li protegge e li invita ad andare avanti per cercare la verità su questa storia.

IL PAPA’ DI LUCA SACCHI A PORTA A PORTA: MIO FIGLIO E’ DIVENTATO UN ANGELO

Il primo pensiero del papà di Luca è per suo figlio, un ragazzo speciale. Una vita spezzata, al momento senza un perchè. Così lo ricorda nello studio di Rai 1:

«Ho sognato Luca questa notte. Ne parlavo con mia madre qualche giorno fa, le ho chiesto perché non riuscissi a sognarlo. Mi ha detto: “Dicono che debba passare un mese perché diventi angelo poi si sogna”. Pensavo fossero dicerie del nostro paese, in Abruzzo, ma stamattina alle 10 mi sono svegliato piangendo. L’ho visto nella stanza, gli ho chiesto che facesse lì, se non gli facessero male le braccia per i colpi ricevuti. Mi ha detto che stava bene, che si sentiva sollevato. “Voglio stare qua, non so se andrò in cielo”, mi ha detto, “ma fammi una cortesia: dì a mamma che non pianga più”» .

La famiglia di Luca adesso ha una tesi, il papà, la mamma e il fratello del giovane iniziano a credere che il ragazzo possa esser stato ucciso perchè forse ha visto qualcosa. Questa convinzione nasce anche dal fatto che la sera del 23 ottobre, Luca era uscito di casa da solo, senza Anastasia. Non doveva esserci in quel posto?

Leggi qui

I genitori di Luca hanno deciso di optare per la cremazione e papà Alfonso rivela:

Le ceneri sono nella sua stanza, è giusto che sia così. Lui è stato sempre con noi, lo abbiamo messo dentro un vaso di porcellana. Lo abbracciamo e ce lo baciamo. E un po’ sembra come se sia tornato a casa».

Seguici

Seguici su

Google News Logo
Ricevi le nostre notizie da Google News

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.