Lettera di Antonio Logli a Quarto Grado:”Lotterò fino alla fine per dimostrare la mia innocenza”
La lettera di Antonio Logli inviata a Quarto Grado: proclama la sua innocenza. Non ha fatto del male a sua moglie, Roberta Ragusa
Nella puntata di Quarto Grado in onda il 4 ottobre 2019 è stata letta una lettera scritta da Antonio Logli, indirizzata al conduttore, Gianluigi Nuzzi e alla giornalista Francesca Carollo che nell’ultimo anno è stata molto a contatto con il marito di Roberta Ragusa seguendo passo passo l’evoluzione della vicenda.
Nella sua lettera Antonio Logli ribadisce quello che ha detto nell’ultimo anno in televisione e da sempre, dopo la scomparsa di sua moglie, nei tre processi che lo hanno visto imputato. Ribadisce la sua innocenza e si dice pronto a combattere fino alla fine per dimostrare di non aver fatto nulla a sua moglie.
LA LETTERA DI ANTONIO LOGLI A QUARTO GRADO: PROCLAMA ANCORA LA SUA INNOCENZA
“Cari Gialuigi e Francesca come state?” inizia così la lettera che Antonio Logli, condannato in via definitiva per l’omicidio di Roberta Ragusa e l’occultamento del suo cadavere ha indirizzato alla trasmissione di Rete 4. “Vi ringrazio di dare voce alle mie parole” ha continuato l’uomo nella sua missiva. Logli ha poi scritto: “Come saprete la condanna è diventata definitiva e questo ha scatenato in me una rabbia profonda“. Antonio Logli inoltre sottolinea quello che per lui è l’aspetto peggiore di questa vicenda. La condanna è stata anche per i suoi figli: loro infatti dovranno vivere senza il papà.
Logli nella sua lettera a Quarto Grado parla di una giustizia sorda che è andata a senso unico. Poi parla di due testimoni che non sono stati ascoltati, a suo dire, da chi avrebbe dovuto prendere la decisione. Il Logli nella sua lettera ricorda la testimonianza di Campisi pronto a confermare che Roberta la sera in cui è scomparsa è salita, dopo esser uscita di casa, su un Suv scuro. Questo dimostrerebbe la sua innocenza. Aggiunge poi la seconda testimonianza della donna che, il giorno dopo la scomparsa di Roberta, dice di averla vista in un supermercato a Pisa.
“Sono stato condannato per quello che ho detto, per quello che non ho detto, per le espressioni del mio viso” continua Antonio Logli nella sua lettera a Quarto Grado. “Ero stato condannato da tutti già prima dei processi” sottolinea il Logli che parla di false notizie date da giornali e tv. “Nessuno mi ha mai valutato per quello che sono” dice il Logli che sottolinea di aver voluto bene a sua moglie. “Sono detenuto in carcere ingiustamente e prego Dio perchè lui vede e provvede” conclude il Logli ribadendo la sua innocenza e dicendo di esser pronto a lottare fino alla fine dei suoi giorni per dimostrare di non aver fatto del male a Roberta.