Manager italiano morto in Croazia: rilasciati armatore e skipper accusati per il decesso
Sono stati messi in libertà provvisoria l'armatore e lo skipper della barca su cui viaggiava Eugenio Vinci, il manager italiano morto in Croazia
Si continua a indagare sul caso del manager italiano morto in Croazia. Sono stati rilasciati armatore e skipper, che sono in libertà provvisoria. I due lavorano sulla barca in cui il manager Eugenio Vinci, 57 anni, è morto a seguito dell’avvelenamento da monossido di carbonio. A confermarlo sono i risultati dell’autopsia effettuata sul suo corpo. Il proprietario della barca e lo skipper sono sospettati di aver provocato la morte di Vinci. Mercoledì scorso sono stati arrestati sull’isola di Hvar e hanno dichiarato di essere innocenti. Inoltre hanno dichiarato di aver prestato soccorso ai turisti italiani rimasti intossicati insieme a Eugenio Vinci, e di essere sotto choc per quanto accaduto.
MANAGER ITALIANO MORTO IN CROAZIA A BORDO DI UNA BARCA: COSA E’ SUCCESSO DAVVERO?
Nella giornata di ieri il giudice istruttore della magistratura di Spalato ha ritenuto di poter concedere la libertà provvisoria ad armatore e skipper dell’imbarcazione su cui viaggiava il manager italiano morto in Croazia. A bordo c’erano anche la compagna, due bambini e degli amici. Tutti sono stati intossicati dal monossido di carbonio. Si trattava di tre famiglie che avevano deciso di prendere a noleggio la barca Atlantia, al fine di fare una vacanza proprio in Croazia.
Il proprietario dell’imbarcazione e lo skipper sono sospettati per aver commesso reati contro l’incolumità pubblica. Pare che sulla barca fosse stato installato un generatore di benzina da poco tempo. Ciò andrebbe contro le norme di sicurezza. Proprio dal generatore in questione sarebbe stato sprigionato il gas tossico che ha portato alla morte del manager italiano. Eugenio Vinci, a seguito di un malore, si è recato in bagno cadendo e sbattendo la testa.
LE CONDIZIONI DI SALUTE DEGLI ALTRI PASSEGGERI DELLA BARCA: I BAMBINI SONO IN GRAVI CONDIZIONI
La condotta scorretta di armatore e skipper, oltre ad aver portato alla morte del manager italiano, ha comportato l’intossicazione di tutte le altre persone presenti a bordo. A farne le spese più di tutti sono i bambini. Le loro condizioni sono molto gravi e i medici che li hanno in cura a Spalato, in Croazia, temono possibili conseguenze dovute al monossido di carbonio inalato. Il bambino di 5 anni, figlio di Eugenio Vinci e della compagna, è stato sottoposto a una risonanza magnetica. Stesso esame è stato fatto anche sulla ragazzina di 14 anni, figlia della compagna del manager morto in Croazia. Sarebbe dunque emerso che le loro condizioni sono molto gravi. Entrambi sono in coma indotto, e respirano in maniera artificiale. Non ci sono ancora dati a sufficienza per fare una prognosi e non si sa se avranno dei danni permanenti. A parlare è stato il capo del reparto di terapia intensiva pediatrica, il dott. Branka Polic, dell’ospedale di Spalato. Ha dichiarato che gli organi vitali dei bambini sono in fase di ripresa. Il medico ha fatto sapere che “solo quando i bambini verranno sconnessi dai ventilatori meccanici si potrà sapere se la funzione respiratoria si è ripresa e se esistono danni“.