Non ci sono più miracoli all’Hotel Rigopiano: sono 29 i morti
Non ci sono più miracoli all'Hotel Rigopiano: sono 29 i morti. Le ultime notizie da Farindola
Prima il miracolo, poi il dolore. Una valanga, tanto dolore. La neve, il terremoto, la paura, le ricerche, la voglia di farcela. I sorrisi dei bambini, il coraggio dei soccorritori. Il freddo e ancora la neve, la prima disperazione dei parenti, l’ansia degli altri. L’attesa, la neve, il sole che splende, la speranza che viene meno. Una settimana è passato: sono 11 i superstiti di quella che possiamo definire una strage vera e propria. 11 le persone che da quell’inferno si sono salvate, 29 i corpi che l’Hotel Rigopiano ha restituito. Ora solo il dramma, il dolore di chi in quelle fredde stanze d’ospedale deve dire un si. “Si quello è mio figlio”, “Si quella è mia nuora”, “Si quello è mio fratello”, “Si quello è mio padre”, “Si quella è mia moglie”. Un ultimo si, che nessuno avrebbe mai ovviamente voluto pronunciare. Un si che nessuno dimenticherà mai. Pare che per alcuni di questi resti, purtroppo, non ci sarà neppure la possibilità di un semplice riconoscimento, sembra che per alcuni sarà persino necessario l’esame del dna. Una strage, un dolore, con tante domande ma con poche risposte. E mentre alcuni parenti attendono il riconoscimento dei loro cari, altri gli dicono addio per l’ultima volta, altri invece sono chiamati a raccontare, di fronte a milioni di persone, cosa hanno provato per giorni e giorni sotto il ghiaccio, vivi per miracolo, salvi per fatalità.
Per certi versi arriva la parola fine: dopo una settimana non c’è più nulla da fare, solo silenzio tra quei soccorritori che sei giorni fa invece sorridevano di fronte alle parole del piccolo Edoardo, di fronte alla piccola stellina che chiedeva dei biscotti; rincuoravano quella mamma che chiedeva di salvare la propria figlia, tiravano fuori dalle macerie una coppia di fidanzati.
18 VITTIME RITROVATE IN UN UNICO AMBIENTE: ORA SI CERCANO LE CAUSE
La svolta è arrivata lunedì notte e da allora, in 48 ore, i vigili del fuoco hanno tirato fuori da quel che resta dell’hotel 18 vittime; 9 le hanno estratte martedì e le ultime 9 mercoledì. Queste ultime sono sei donne e tre uomini: i loro corpi, come la maggior parte di quelli usciti da quell’inferno poche ore prima, erano incastrati tra pilastri, pezzi di cemento, neve e tronchi. Ed erano tutti in un unico ambiente: quello dove, prima che sul Rigopiano si abbattessero centinaia di tonnellate di neve, era il bar.
C’era chi voleva andare via, gli altri che si organizzavano per dormire in quella stanza per paura del terremoto. Nessuna bolla d’aria si è creata in questa stanza, nessuno ha salvato le 18 persone che attendevano di andare via.